La Banca Centrale Neozelandese ha confermato il tasso ufficiale ad un record minimo storico, come previsto dagli analisti, aggiungendo poi che ci sarebbe spazio per ulteriori stimoli fiscali e monetari al fine di supportare un’economia che si trova a dover affrontare l’intensificazione del commercio globale e le pressioni della domanda.

Come conseguenza di quanto sopra, il dollaro locale ha finito con l’apprezzarsi, mentre la Reserve Bank of New Zealand non sembra aver fornito chiare indicazioni sulla possibilità di proseguire con nuovi tagli dei tassi prima della fine dell’anno, sebbene abbia lasciato la porta aperta per un maggiore allentamento, dato che una lunga guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe elevare ancora i rischi di una recessione globale.

Nella sua dichiarazione a fine riunione, la Banca ha indicato che il comitato di politica monetaria abbia convenuto che i nuovi dati non giustificano un cambiamento significativo delle prospettive di politica monetaria, precisando poi che i tassi di interesse globali a lungo termine rimangono vicini ai livelli storicamente bassi, e aggiungendo che i mercati possono aspettarsi che i tassi di interesse della Nuova Zelanda rimangano “bassi ancora a lungo”.

Ricordiamo che, in precedenza, la Banca Centrale aveva parzialmente sorpreso gli analisti con un taglio di 50 punti base nel meeting di agosto, al fine di aiutare l’economia a fronteggiare il suo brusco rallentamento e proteggerla dall’impatto crescente della guerra commerciale sino-americana.

A questo punto, gli occhi sono concentrati a ciò che potrebbe accadere nel mese di novembre, quando i mercati scontano, con una probabilità del 66%, un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Banca centrale.

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