La sessione di ieri si è chiusa con una nota di debolezza per la valuta unica nel cambio euro dollaro, mentre il dollaro statunitense è sembrato inserirsi sulla scia dell’evoluzione dei rendimenti dei suoi titoli.
In particolare, il rendimento del Tesoro statunitense a 10 anni è salito di quasi otto punti base nonostante l’annuncio di un’indagine formale di impeachment del presidente americano Trump. Sebbene i mercati abbiano ceduto terreno nelle ore successive, presto si sono resi conto che la possibilità che Trump venga rimosso dall’incarico è comunque estremamente ridotta.
L’evento fondamentale di oggi, in area euro, sarà quindi rappresentato dalle dichiarazioni di Mario Draghi, che terrà un discorso alla conferenza annuale del Comitato europeo per il rischio sistemico a Francoforte. Ricordiamo che la banca centrale ha tagliato il 19 settembre i tassi di 10 punti base allo 0,50% e ha annunciato un nuovo programma di quantitative easing, che inizierà il prossimo 1° novembre.
Il commento prevalente degli analisti è che la valuta comune possa deprezzarsi a 1,0926, soprattutto se Draghi esporrà considerazioni non particolarmente incoraggianti sull’inflazione e sulle condizioni economiche dell’Eurozona, e ribadirà la necessità di acquistare obbligazioni a tempo indeterminato per poter supportare un quadro più coerente.
A breve distanza sarà altresì utile dare uno sguardo alla lettura finale del prodotto interno lordo (PIL) del secondo trimestre. Un dato che tuttavia sarà probabilmente ignorato dal mercato se non si allontanerà di troppo dalla lettura precedente.
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