Trading online tassazione: novità Legge Finanziaria 2020. Nuove tasse per i traders?

Con l’approvazione della legge finanziaria 2020 da parte del governo, è possibile fare una prima valutazione sull’eventuale presenza di nuove tasse sul trading online. Molti traders, lettori di BorsaInside, mi hanno chiesto se nella nuova legge di bilancio 2020 ci saranno novità sulla tassazione del trading online.

Poichè quando si parla di tasse è necessario andare sempre al nocciolo della questione, un lettore, in particolare, mi ha posto la seguente domanda: i traders pagheranno più o meno tasse con la manovra economica 2020? La questione tassazione degli strumenti finanziari non è di poco conto. In effetti è logico che se le tasse sul trading sono troppo alte, allora gli investitori tenderanno a preferire altri strumenti di investimento. Viceversa se le tasse sul trading online sono contenute, allora l’appeal del settore sarà più alto. 

Considerando che, in generale, la manovra economica 2020 è stata oggetto di discussioni, proposte, controposte e tira e molla di ogni tipo, credo sia necessario provare a fare il punto della situazione con le ultime notizie aggiornate ad oggi 11 novembre. 

Attenzione: poichè l’iter di approvazione della legge finanziaria 2020 è lungo, non è da escludere che possano esserci delle ulteriori novità nel corso del passaggio in parlamento. Molto spesso, infatti, durante le discussioni parlamentari vengono introdotte delle modifiche rispetto alla versione congedata dal governo. 

Tassazione trading: a quanto ammontano le tasse sul trading

Pagare le tasse non è mai piacevole ma lo è ancora di meno se tali imposte sono collegate all’attività finanziaria ossia a qualcosa che è frutto della propria analisi e della propria bravura. 

Detto questo, non è il caso però di fasciarsi la testa a propri. Le tasse sul trading in Italia ci sono ma sono contenute e comunque non arrivano agli importi presenti in altri stati. Ascoltando queste mie parole potresti obiettarmi affermando che ci sono stati in cui la tassazione sul trading conviene ed è bassissima. Di questo ne sono consapevole ma penso anche che le tasse sul trading in Italia non siano così esagerate come si potrebbe pensare. 

Guai, però, a pensare che non si pagano tasse nel trading online. Spesso a dare per scontato che non ci sono tasse nel trading sono gli investitori principianti. Putroppo chi pensa che non ci sono tasse nel trading online sarà poi costretto a fare i conti con la realtà. Lo dico quindi molto chiaramente: in Italia è prevista la tassazione sul trading online.

Detto questo, quali sono le tasse che si pagano sul trading? E logico che io non posso parlare di novità 2020 sulla tassazione trading, se prima non ho ben chiara quella che è stata la normativa nell’anno corrente. 

Contrariamente a quello che si può ipotizzare, la sola tassa sul trading prevista nell’anno di imposta 2019, ha riguardato il cosiddetto capital gain ossia i guadagni. 

Il principio alla base della tassazione sul trading è quindi il seguente: si è tenuti al pagamento delle imposte solo se l’attività di trading porta ad un guadagno. 

Concretamente se tu fai trading online e nell’anno fiscale non guadagni ma vai in perdita, allora non dovrai pagare alcuna tassa. Sarai soggetto a tassazione solo se avrai tratto vantaggio dall’attività di trading.

Per quello che riguarda l’importo delle tasse sul trading, l’aliquota è al 26 per cento. Operativamente la tassa sul gain si calcola in base alla data di chiusura della posizione

Ad esempio: se hai aperto una posizione il 10 settembre e l’hai chiusa il successivo 10 gennaio, allora le tasse sul trading dovrai pagarle nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. 

La normativa sulla tassazione sul trading, inoltre, ti permette anche di portare eventuali minusvalenze (ossia perdite dall’attività di trading) in detrazione nell’anno fiscale successivo. Grazie a questo vantaggio previsto dalla tassazione sul trading, potrai alleggerire il tuo carico fiscale.

Tasse sul trading: novità legge finanziaria 2020

Il fatto che molti traders mi abbiamo chiesto se le tasse sul trading aumenteranno nella manovra finanziaria 2020 non è stato una casualità. In effetti, anche io leggendo quelli che erano i principi alla base della nuova legge di bilancio 2020, mi sono chiesto se la tassazione sul trading non sarebbe stata incrementata rispetto alle attuali aliquote. 

La nuova legge di Bilancio, infatti, si basa su una sintesi perfetta tra i principi sulla decrescita del Movimento 5 Stelle e quelli di impronta socialista del Partito Democratico. Per il governo in carica chi opera sui mercati è un privilegiato e chi produce ricchezza andrebbe guardato con diffidenza poichè la sua ricchezza potrebbe essere il frutto dell’impoverimento di un altro cittadino. Non ci vuole la sfera di cristallo per capire che principi simili fanno quasi sempre da apripista alla distrubuzione dei redditi e quindi all’incremento delle tasse sui chi ha in mano più reddito. E’ proprio per queste premesse che tanti traders hanno iniziato a tremare dinanzi all’idea di un possibile aumento delle tasse sul trading

Nonostante le premesse negative, però, la tassazione sul trading non è aumentata. In poche parole le tasse sul trading online resteranno immutate nel 2020. Stando alla legge finanziaria 2020 che è stata approvata dal governo non dovrebbero esserci novità sul capital gain e nè sulla rimodulazione del gettito fiscale. L’aliquota sulle tasse sul trading resta quindi al 26 per cento. Più in generale tutta la tassazione sul trading continuerà a ruotare attorno al principio di plusvalenza con possibiltà di portare in detrazione le minusvalenze. 

Il fatto che, nonostante presupposti decisamente critici, le tasse sul trading siano destinate a restare invariate nel 2020, è ovviamente una buona notizia per tutti i traders. Il pericolo di un aumento delle tasse a carico dei traders, quindi, è scampato. Le possibilità che ci possano essere revisioni, con incremento della tassazione, in durante il passaggio della Legge di Bilancio 2020 in Parlamento (sotto forma di emendamenti) sono bassissime anche se, per prudenza, è preferibile attendere il voto definitivo della Camera alla manovra economica 2020.

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