Il cambio euro dollaro rimane stabile sopra quota 1.1000, nonostante la pubblicazione di dati non particolarmente soddisfacenti sul fronte UE.
Di fatti, la stima preliminare del PIL del quarto trimestre dell’Unione Europea è risultata pari all’1,0%, mentre la stima preliminare dell’inflazione di gennaio è risultata pari all’1,1%, anno su anno, con entrambe le misure che hanno mancato le aspettative del mercato.
Ma come mai nonostante tali delusioni il mercato non ha “punito” l’euro?
La risposta è piuttosto semplice: l’attenzione degli investitori è, almeno per il momento, indirizzata altrove.
Dunque, dopo aver toccato il minimo del range 1.0990 all’inizio della settimana, la coppia EUR/USD sembra aver riacquistato un po’ di attrattività e ora è tornata a negoziare al di sopra della barriera psicologica del 1.1000.
Il clima è comunque piuttosto incerto. A rendersi protagonisti sono i timori sul coronavirus di Wuhan, che nelle ultime ore è “ufficialmente” arrivato in Italia, confermando dunque una presenza europea dopo i primi casi sul vecchio Continente, ma che in altre parti del mondo viene percepito come meno “drammatico” a causa di un potenziale rallentamento della diffusione.
Inoltre, i dati del PMI manifatturiero cinese sono risultati essere solo lievemente in calo, anche se si tratta di una rilevazione su questionari raccolti prima dell’aggravarsi dell’epidemia virulenta.
Insomma, almeno per il momento il cambio sembra reggere e consolidare su range già noti. È possibile che anche nei prossimi giorni il mercato possa essere piuttosto “disattento” dinanzi ai fondamentali delle rispettive economie, in attesa di capire come si evolveranno le preoccupazioni sul coronavirus.
Potenziali buone notizie potrebbero indurre gli investitori a strizzare l’occhio con maggiore convinzione agli asset con maggiori livelli di rischi, riducendo la forza del dollaro statunitense come safe haven.
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