Quantitative Tightening FED: come investire con 2.000 miliardi di stimoli in meno in un anno

La Federal Reserve è pronta ad aumentare il costo del denaro. E’ questo il tema caldo dei mercati ad inizio 2022. Il cambio di passo della FED sui tassi (alcuni analisti impotizzano che possano esserci addirittura 5 rialzi del costo del denaro nel 2022), è una prospettiva che richiede una modifica rispetto a quelle che sono le proprie strategie trading. Proprio questo sarà l’argomento del nostro post.

Iniziamo subito con l’evidenziare che il cambio di rotta della Federal Reserve è evidentissimo già a partire dai termini più utilizzati dai rappresentanti della banca centrale Usa. Se fino a poco tempo fa, la parola d’ordine era riduzione del quantitative easing, adesso il termine che più riecheggia negli ambienti FED è Quantitative Tightening (abbreviato QT). Poichè non possibile pensare di investire sui mercati in questa fase se non si ha piena consapevolezza su cosa sia il QT, è proprio dalle definizioni che partiremo.

Cosa è il Quantitative Tightening

Il Quantitative Tightening altro non è che la riduzione della quantità di denaro in circolazione mediante politiche organizzate e strutturate di tipo monetario. Praticamente si è in una fase di QT quando la FED riceve i rimborsi dei titoli di Stato che aveva comprato in precedenza sul mercato, ma la liquidità non viene trasferita in titoli di nuova emissione. Mediante questo comportamento si determina il ritiro della moneta in circolazione. Tecnicamente il Quantitative Tightening è un procedimento opposto al Quantitative Easing. 

A quanto ammonterà il Quantitative Tightening? 

Tra i primi a formulare delle previsioni sulla portata del Quantitative Tightening FED c’è stato Andrew Sheets, strategist di Morgan Stanley. Secondo l’analista, la banca centrale Usa starebbe per lanciare il più grande QT di tutta la storia. Di quanto si potrebbe parlare? La cifra fa impressione: ben 2000 miliardi di dollari di stimoli monetari in meno in appena 12 mesi! Si tratta di una stima che è 4 volte più grande del calo registrato in 12 mesi, dal 2018 al 2019. Secondo l’esperto non sono però solo i numeri ad impressionare. Il problema (e quindi la sfida) è la necessità che le banche centrali riescano a progettare, in modo razionale, l’inevitabile ritiro dai mercati in un contesto caratterizzato da un livello di disoccupazione molto basso e da un tasso di inflazione alto. 

Per lo strategist di Morgan Stanley, spesso si sente affermare che le banche centrali forniscono ai mercati un backstop a causa del loro desiderio di evitare condizioni finanziarie più restrittive. Oggi, però, gli istituti centrali bilanciare tale preoccupazione con i loro mandati. 

Ad ogni modo, al di là delle proiezioni, per adesso i funzionari della Federal Reserve che hanno fornito indicazioni sulla possibile portata del QT sono pochissimi. 

Ad esempio, Raphael Bostic, Presidente della FED di Atlantia, ha recentemente parlato di una riduzione di bilancio di 100 miliardi di dollari al mese. Per alcuni analisti, però, questa stima è esagerata in quanto è molto più probabile che il governatore Powell possa decidere di procedere con maggiori prudenza. 

E allora uno scenario che si potrebbe prospettare è quello che vede il QE lanciato in scia all’emergenza covid19, non essere annullato del tutto. Se ciò dovesse avvenire, allora la cifra del bilancio della Federal Reserve si potrebbe mantenere sopra quota 4.500 miliardi di dollari.

Come investire con il Quantitative Tightening FED?

Ed eccoci arrivati alla domanda iniziale: come operare con il Quantitative Tightening FED? E’ possibile che con il QT la domanda possa raffreddarsi impedendo così all’inflazione di penetrare nell’economia mettendo a rischio i risparmi. Considerando che la FED ad oggi ha in mano circa un terzo delle obbligazioni pubbliche e private, un ritiro potrebbe far scendere i prezzi e aumentare i rendimenti. Ovviamente tutto dipenderà dalla portata del ritiro. 

Morgan Stanley consiglia di restare cauti nei confronti della duration e dei prodotti che presentano spread investment grade. Sul fronte del forex, l’analista ha evidenziato che la maggior parte delle valute si è deprezzata nel cambio con il dollaro. 

Per questo motivo gli strateghi di Morgan Stanley hanno aggiornato il loro rating sulle valute emergenti a neutral. Per quanto concerne, invece, le materie prime, l’analista ritiene che i solidi fondamentali dell’energia possano rappresentare una marcia in più per superare quest’inversione di liquidità. Gli analisti, comunque, preferiscono il petrolio e all’oro. 

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