Una situazione, quella italiana, che inizia a richiamare alla memoria il brutto periodo attraversato dalla Grecia. L’indebolimento dell’euro nei confronti del franco svizzero, e il continuo sali-scendi dei rendimenti delle obbligazioni italiane, stanno spingendo alcuni risparmiatori a correre ai ripari.
I risparmiatori in questione sono quelli appartenenti alla classe medio-alta del Paese, che in vista del progressivo deteriorarsi delle relazioni tra Italia e UE, in previsione quindi delle conseguenze che ciò potrebbe comportare sulle banche e sui mercati dei capitali, stanno provvedendo a convertire i risparmi in euro in franchi svizzeri.
Come accennato, tutto ciò ricorda un po’ quel che avvenne in Grecia in un passato ancora troppo vicino, con la corsa agli sportelli bancomat. In quell’occasione i cittadini greci rischiavano di trovare file senza fine, o un limite di 50€ a prelievo, e anche in Italia oggi, sembrano iniziare a serpeggiare timori simili per il prossimo futuro.
Ad informarsi in merito a come trasferire i propri fondi su conti svizzeri sarebbero soprattutto quelli che “se la passano meglio”, cioè coloro che hanno patrimoni tra i 5 e i 10 milioni di euro. Gli altri, i cosiddetti super-ricchi, si sarebbero già organizzati da tempo, correndo ai ripari molto prima che la situazione iniziasse a scottare.
Ma inizia a muoversi anche chi ha patrimoni compresi tra i 200mila e i 300mila euro, con l’intenzione di aprire conti a Lugano o a Chiasso oltre il confine in Ticino. Si è disposti a pagare eventuali bolli e tasse, pur di spostare i propri risparmi dove potrebbero essere più al sicuro.
Massimo Gionso, consigliere delegato di Cfo Sim ha precisato che quel che stanno facendo questi Italiani è del tutto legale. In Italia infatti non esistono, perlomeno fino a questo momento, leggi volte a limitare il flusso di denaro fuori dal Paese.
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