Debito pubblico italiano oramai immenso: perchè è salito a un nuovo record

La corsa del debito pubblico italiano non si ferma ma oramai il progressivo incremento dell’indebitamento pubblico quasi non fa più notizia. Gli ultimi dati diffusi ieri dalla Banca d’Italia hanno reso ancora più rovente non solo il Ferragosto ma anche le prospettive sulla effettiva capacità italiana di contenere l’avanzata del debito pubblico. 

I numeri sull’indebitamento sono da record. Secondo il Bollettino Statistico mensile elaborato da Bankitalia al 30 giugno 2019 il debito pubblico italiano aveva segnato un aumento a 2.386,2 miliardi di euro, al di sopra dei 2.365 miliardi di euro contabilizzati alla fine del mese precedente. Per quello che riguarda la variazione la crescita mensile dell’indebitamento pubblico italiano è stata pari a 21,5 miliardi di euro. 

Il dato di giugno rappresenta il nuovo picco massimo per l’indebitamento pubblico italiano. Il precedente record, infatti, risaliva al mese di aprile 2019 ed è stato ora completamente stracciato (2.373 miliardi di euro l’ammontare del debito pubblico che la Banca d’Italia aveva registrato al 30 aprile 2019). 

Il rally del debito pubblico dell’Italia è stato causato dall’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro. Tecnicamente, quindi, c’è un motivo ben preciso per cui l’indebitamento pubblico ha stracciato il precedente record e fissato un nuovo picco massimo. 

Scorporando il dato fornito ieri dalla Banca d’Italia è possibile notare che il debito delle amministrazioni pubbliche al 30 giugno 2019 ha registrato un aumento di 21,5 miliardi rispetto al mese precedente a causa, appunto, dell’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro che sono cresciute di 20,5 miliardi di euro salendo a quota 67,7 miliardi di euro. Per avere un’idea della dinamica rialzista basta considerare che a giugno 2018 (un anno fa), le disponibilità liquide del Tesoro erano pari a 48,4 miliardi di euro. L’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso nonchè della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio hanno invece impattato sull’aumento del debito pubblico italiano per 1,0 miliardi di euro. Il peso di queste voci, quindi, è stato molto più limitato.

Per quello che riguarda la ripartizione del debito pubblico, dai dati forniti dalla Banca d’Italia emerge che il debito delle Amministrazioni centrali al 30 giugno 2019 ha registrato un aumento di 22,6 miliardi di euro. In controtendenza, invece, il debito delle Amministrazioni locali che ha invece sgenato un ribasso di 1,1 miliardi di euro. Per finire, il debito degli Enti di previdenza non ha segnato variazioni di rilievo restando praticamente invariato. 

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