Crisi economica coronavirus: possibile una ripresa a V?

La profondità del crollo registrato dall’economia cinese negli ultimi mesi dimostra la capacità del coronavirus di distruggere gli equilibri esistenti. Gli ultimi dati macro cinesi su produzione industriale e vendite al dettaglio dimostrano che l’emergenza di coronavirus non è una catastrofe solo dal punto di vista sanitario ma lo è anche da quello economico.

L’espansione della pandemia in tutto il mondo non lascia spazio a dubbio: il 2020 sarà un anno terribile per mercati ed economia.

Alcuni gestori hanno provato ad andare oltre l’attuale scenario cercando di capire quello che potrebbe avvenire nei prossimi mesi. In particolare Florence Pisani, Global Head of Economic Research di Candriam e Nadège Dufossé, CFA, Head of Asset Allocation di Candriam si sono chiesti se la devastante crisi economica attivata dal coronavirus sarà superata in modo altrettanto violento con l’attivazione di quella che tencnicamente viene definita come ripresa a V.

Ci possiamo attendere davvero una ripresa a V dell’economia?

L’analisi degli esperti di Candriam parte dai dati cinesi. Il tracollo che la produzione industriale della Cina ha fatto registrare conferma le attese di un crollo del 15 per cento del Pil mondiale dopo il lockdown. Con la diffusione del virus in tutto il mondo il calo dell’attività economica mondiale sarà ovviamente legato alla durata del blocco e all’efficacia delle misure fin qui adottate.

Le banche centrali, dal canto loro, non sono state ferme visto che sia la FED che la BCE sono scese in campo con interventi massicci fermo restando che fornire in modo diretto aiuto a famiglie e alle imprese non fa parte dei compiti di FED e BCE.

Questa la situazione di partenza. Se si prende poi come riferimento quanto avvenuto in Cina appare evidente che lo shock violento creato dalla pandemia, è momentaneo. Proprio questo è lo scenario di base degli analisti. Tuttavia affinche anche in occidente possa essere replicato lo scenario cinese, è assolutamente necessario che i governi varino politiche più energiche di distanziamento sociale. Solo con la durezza iniziale è possibile circoscrivere nel tempo le ricadute economiche del coronavirus che altrimenti non sarebbero solo violente ma anche prolungate.

Secondo Florence Pisani e Nadège Dufossé, dopo il crollo del 35 per cento dell’azionario europeo, il rapporto rischio/rendimento per i mercati azionari sembra essere migliorato ed è per questo che i due analisti hanno deciso di assumere un approccio neutral sull’azionariato.

A partire dalla scorsa settimana gli investitori hanno iniziato a pensare che qualsiasi misura adottata dal governo sarebbe stata inutile per arginare un disastro sempre più evidente. Secondo Florence Pisani e Nadège Dufossé ci sono ancora rischi di ribasso. E’ possibile che le notizie negative su diffusione del virus e misure di contenimento creino ulteriori dubbi sull’efficienza delle politiche. Tuttavia va evidenziato che comunque ci stiamo avvicinando ai livelli del 2003 che comunque che aprirono poi la porta ad una ripresa dei mercati.

In conclusione ogni flusso di notizie positive che riguardano il coronavirus potrà gettare le basi per un rimbalzo più duraturo dei mercati. Non va dimenticato poi che le misure di contenimento potranno far vedere i loro effetti solo nelle prossime settimane.

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