I dati sull’inflazione nell’Eurozona sono ancora piuttosto volatili e, secondo quanto afferma una recente nota a cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, lo sono per una serie di evidenti ragioni, anche tecniche.
Il riferimento è ai cambiamenti che sono stati adottati all’inizio dell’anno nel modo di calcolare il valore aggregato dell’inflazione HICP, variazione dei pesi specifici all’interno di un tipico paniere di consumi di una famiglia, con effetti immediati e automatici dei risultati ottenuti: ne è dimostrazione il fatto che, così agendo, la sola inflazione core dell’Eurozona è stata portata a 0,4 ppt.
Un secondo elemento riguarda invece i cambiamenti che sono avvenuti nei regimi fiscali di alcuni Paesi. In Germania, per esempio, l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto, temporaneamente abbassata lo scorso anno da luglio a dicembre 2020, è stata riportata al livello precedente. Un riaggiustamento che ha fatto venir meno le letture più basse sull’inflazione di base, che erano state riscontrate nello scorso esercizio.
Infine, come terzo e ultimo motivo additato da Mirabaud AM, il fatto che la tradizionale stagione dei saldi nell’area euro sia stata ritardata, conducendo così a un incremento dei numeri sull’inflazione di gennaio.
Insomma, la nota dell’esperto di Mirabaud si conclude con l’affermazione che sia improbabile che i dati relativamente elevati sull’inflazione registrati a gennaio durino, mentre ci si attende un graduale aumento dell’inflazione nella seconda metà del 2021, in linea con la graduale riapertura dell’attività economica.
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