Che fine farà l’inflazione nei prossimi mesi? Secondo quanto rivela una nota a cura di Andrea Siviero, Investment strategist di Ethenea Independent Investors, durante la prima metà del 2021 dovrebbe verificarsi un aumento dell’inflazione nelle economie avanzate, soprattutto come conseguenza dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, delle limitazioni dell’offerta e di un effetto base positivo, raggiungendo così il picco nel secondo trimestre.
Tutto ciò potrebbe determinare conseguenze positive. Un aumento costante e moderato dell’inflazione – sottolinea l’analista – è infatti frequentemente associabile a un’economia sana, considerato che incoraggia la spesa e la crescita economica.
Tuttavia, se i prezzi aumentano troppo rapidamente, la perdita di potere d’acquisto potrebbe avere un impatto negativo sugli standard di vita. E più alta è l’inflazione e più è improbabile che i risparmiatori riescano a ottenere un ritorno reale sul loro denaro.
Dunque, prosegue l’esperto, gli investitori income-oriented e chiunque detenga della liquidità finirà con l’essere colpito dall’inflazione, e anche i rendimenti degli investimenti a tasso fisso saranno inferiori. Considerato che gli istituti banchieri centrali sono soliti contrastare l’inflazione aumentando i tassi di interesse, allora saranno gli asset obbligazionari che hanno una duration più elevata a perdere di più.
Per difendersi da questo rischio è evidentemente opportuno affidarsi a un portafoglio che sia ben diversificato, e che includa anche una quota di investimenti che offrono un incremento di valore e un rendimento superiore al tasso di inflazione.
Passando poi al mercato azionario, Siviero aggiunge che i settori che possono fornire rendimenti superiori all’inflazione sono quelli che possono ottenere benefici da tassi di crescita più elevati o che possono trasferire l’aumento dei costi ai loro clienti.
Ancora, a beneficiare dell’aumento dell’inflazione ci sono i beni reali: dalle materie prime agli immobili, passando per l’immancabile oro. Attenzione, però: se le banche centrali dovessero improvvisamente rendere più rigida la loro policy sui tassi, allora anche queste attività finirebbero con il divenire meno appetibili.
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