Federal Reserve, tassi invariati e policy monetaria confermata

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La Federal Reserve ha preferito non abbandonare la sua politica monetaria generosa, pur riconoscendo che l’economia sta accelerando. E così, come previsto, la Banca centrale degli Stati Uniti oggi ha deciso di mantenere i tassi di interesse a breve termine ancorati vicino allo zero, e ribadire acquisti mensili per almeno 120 miliardi di dollari di obbligazioni, al fine di sostenere un’economia che è cresciuta fortemente all’inizio del 2021, nonché per sostenere il funzionamento del mercato in un momento in cui i mutui a 30 anni sono apprezzati a circa il 3%.

Insomma, nonostante la crescente forza dell’economia locale e l’inflazione in aumento, il Federal Open Market Committee ha deciso all’unanimità di non apportare modifiche al suo approccio..

Le dichiarazioni post riunione: i riferimento alla pandemia

Le dichiarazioni successive alla riunione ha notato che gli sforzi per combattere la pandemia di Covid-19 hanno contribuito a rilanciare l’economia, anche se bisogna fare di più.

“Tra i progressi nelle vaccinazioni e il forte sostegno politico, gli indicatori dell’attività economica e dell’occupazione si sono rafforzati“, ha detto il FOMC. “I settori più colpiti dalla pandemia rimangono deboli ma hanno mostrato miglioramenti“, ha aggiunto. “L’inflazione è aumentata, riflettendo in gran parte fattori transitori. Le condizioni finanziarie complessive rimangono accomodanti, in parte riflettendo le misure politiche per sostenere l’economia e il flusso di credito alle famiglie e alle imprese statunitensi”.

Il Comitato ha quindi nuovamente sottolineato come il progresso economico dipenda in gran parte dal corso della pandemia. Il conteggio giornaliero dei nuovi casi è sceso significativamente, dato che gli Stati Uniti stanno vaccinando quasi 3 milioni di persone al giorno.

La crisi sanitaria in corso continua a pesare sull’economia, e i rischi per le prospettive economiche rimangono”, si legge nella dichiarazione a margine della riunione.

I dati macroeconomici USA

La decisione della Fed precede di poche ore il rilascio dei dati preliminari del PIL del primo trimestre da parte del Dipartimento del Commercio, che dovrebbero mostrare un incremento del 6,5%. La maggior parte degli economisti, compresi quelli della Fed, si aspettano che gli Stati Uniti registrino il loro miglior anno dal 1984 a questa parte durante il 2021, grazie – evidentemente – a una ripresa decisa rispetto a un drammatico 2020.

Anche l’inflazione è data in crescita, con i prezzi al consumo di marzo che sono aumentati del 2,6%, in quello che è il più rapido aumento su base annua da agosto 2018.

L’incertezza condizionerà gli investimenti?

Ciò premesso, quel che stiamo avvertendo sui mercati finanziari è evidentemente un clima di forte incertezza. Negli USA l’aleatorietà riguarda la politica fiscale, i tassi di interesse, l’inflazione e tanto altro ancora.

In questo scenario, però, almeno per il momento la Fed si dichiara non preoccupata per l’inflazione, almeno per ora. I funzionari hanno infatti ripetutamente affermato di ritenere che qualsiasi imminente incremento nella pressione inflazionistica sarà probabilmente temporaneo e si allenterà dopo che i problemi della catena di approvvigionamento si placheranno.

Ricordiamo che la Fed è impegnata nel condurre l’inflazione verso un target del 2% in uno scenario di piena e inclusiva occupazione. L’ultima previsione di Goldman Sachs è che l’inflazione rimanga intorno all’obiettivo della Fed almeno fino al 2024.

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