La Cina ha rilasciato i dati economici di luglio, che hanno mostrato una crescita più lenta del previsto influenzata dalle inondazioni e una recrudescenza del Covid-19. Il rallentamento è stato particolarmente evidente nella spesa individuale dei consumatori cinesi, nonostante gli sforzi delle autorità per alimentare il consumo come motore della crescita economica.
Nel dettaglio, le vendite al dettaglio sono aumentate dell’8,5% a luglio rispetto a un anno fa, meno dell’11,5% previsto dagli analisti. Le vendite legate all’auto, la più grande componente delle vendite al dettaglio per valore, è stata l’unica categoria a diminuire a luglio, con un calo dell’1,8% su base annua. Il settore dei cosmetici è stato invece una delle categorie a crescita più lenta, con le vendite che sono cresciute solo del 2,8% a luglio rispetto a un anno fa, contro una crescita del 13,5% a giugno.
Le vendite online di beni di consumo fisici sono aumentate del 4,4% a luglio, molto al di sotto della media di circa il 21% degli ultimi cinque anni.
Bruce Pang, responsabile della ricerca macro e strategica di China Renaissance, ha attribuito il forte calo delle vendite online alle massicce promozioni per lo shopping a giugno, che sono state seguite da interruzioni logistiche a causa di Covid-19, inondazioni e tifoni.
La produzione industriale è invece cresciuta del 6,4%, anche al di sotto delle aspettative di un aumento del 7,8% su base annua a luglio, secondo il sondaggio Reuters. Gli investimenti in attività fisse per i primi sette mesi dell’anno sono aumentati del 10,3%, sotto la previsione di una crescita dell’11,3% su base annua per il periodo gennaio-luglio.
La Cina ha poi ricordato di aver aggiunto 1,24 milioni di nuovi posti di lavoro a luglio, sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di Pechino di creare più di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle città entro la fine dell’anno. Tuttavia, il tasso di disoccupazione nelle città è salito al 5,1% a luglio, dal 5% del mese precedente. Il tasso di disoccupazione per coloro che hanno dai 16 ai 24 anni è rimasto molto più alto, salendo al 16,2% dal 15,4% di giugno.
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