Crescita bassa o recessione: ecco a cosa dobbiamo prepararci per investire nel II semestre 2022

La crescita economica ha subito un forte rallentamento in tutti i principali macro territori mondiali, pressata da una super inflazione che in molti Paese ha toccato livelli storici record da diversi decenni a questa parte.

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Con l’evidenza che le cose non stanno andando allo stesso modo per tutti, in una nota di ricerca Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée (UBP) evidenzia come la crescita si sia “desincronizzata tra le regioni” e si stia creando “una frammentazione tra settori e Paesi”.

Proviamo a comprendere come sta andando nelle macro aree di maggiore riferimento e cosa possiamo attenderci per i nostri investimenti.

Stati Uniti

La nota di UBP sostiene come nei Paesi sviluppati la crescita potrebbe peggiorare bruscamente nel quarto trimestre, con un ciclo che potrebbe addirittura interrompersi e dar seguito a una recessione tecnica sui dati trimestrali e a un periodo prolungato di crescita contenuta, pari all’1% o inferiore.

Facendo l’esempio degli Stati Uniti, qui i rischi al ribasso sulla crescita dovrebbero concretizzarsi “sui dati del PIL dal 3° trimestre del 2022 al 1° trimestre del 2023“, a seguito del rallentamento della domanda interna nei prossimi trimestri.

Si prevede una crescita piatta e una recessione tecnica alla fine dell’anno o nel 1° trimestre del 2023“, prosegue la nota dell’analisi di UBP, mentre per il 2022 la crescita media dovrebbe rimanere vicina al 2%. La parte più grossa del rallentamento dovrebbe invece manifestarsi nei dati del 2023 (1% o poco sotto) e su base trimestrale.

Europa

E il vecchio Continente? Dopo un forte rimbalzo del 2021, gli analisti prevedono un brusco rallentamento nel 2022.

Dopo la probabile debolezza della crescita economica per il secondo trimestre di fila, è ben possibile che lo slancio sia “temporaneamente positivo nel 3° trimestre grazie al turismo e ai servizi, ma si stanno ripresentando rischi di ribasso in vista del 4° trimestre: calo dei redditi, carenza di energia e nuovi vincoli all’industria“.

In termini territoriali più dettagliati, il Paese maggiormente esposto ai rischi è la Germania, con una crescita che non dovrebbe superare l’1,5% del PIL nel 2022. Ma anche Italia e Francia potrebbero entrare in uno scenario più cupo nel 2023.

Ecco dunque che il PIL dell’eurozona nel quarto trimestre dovrebbe entrare “in una recessione tecnica“, per quanto UBP si dica convinta che sarà lieve e limitata.

Nel 2023 invece si dovrebbe assistere a un’accentuazione della frammentazione in termini di crescita tra i diversi Paesi dell’area.

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