Complice anche un’ultima seduta d’anno non particolarmente esaltante, sull’intero 2018 la Borsa del Giappone ha perso il 12,1% della sua capitalizzazione, ponendo così la parola fine a una lunga serie di rialzi annui: era infatti dal 2011 che la pizza finanziaria del Paese asiatico non subiva delle flessioni della propria capitalizzazione nel listino principale.
A proposito di ultima seduta, brevemente citata, la Borsa di Tokyo ha salutato il 2018 con un segno meno, dopo due giorni di guadagni. L’indice Nikkei ha infatti ceduto lo 0,31% a quota 20.014,77 punti, mentre il Topix è calato dello 0,5% a 1.494,09 punti.
Contrariamente a quanto suggerivano alcuni analisti, dunque, la Borsa di Tokyo non è riuscita a sfruttare il rialzo di fine anno di Wall Street. A pesare sull’andamento del mercato finanziario del Giappone sono stati i dati macro più deboli del previsto, con le vendite al dettaglio che nel mese precedente (novembre) sono cresciute a un ritmo più lento delle attese. Di contro, è salita dal 2,4% al 2,5% il tasso di disoccupazione, mentre la produzione industriale è scesa dell’1,1% su base mensile. Insomma, un mix di dati macro che sembrano supportare i timori di un potenziale rallentamento dell’economia.
Come se il quadro di sopra non fosse sufficiente per aprire qualche margine di incertezza sulla tenuta dell’economia giapponese, sono poi giunti i verbali dell’ultima riunione della Bank of Japan, in cui i policy maker sottolineano gli effettivi crescenti rischi per la crescita.
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