In un contesto di rasserenamento delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina, Pechino sta finalmente agendo sulla tanto attesa apertura della sua industria finanziaria, e diversi operatori finanziari di primo piano ne stanno evidentemente prendendo nota.

Pechino ha infatti annunciato poco fa che le istituzioni finanziarie straniere possono partecipare a compagnie investimento straniero nel Paese, diventandone così azionisti. Altri cambiamenti al proprio approccio potrebbero includere la possibilità per gli istituti di credito stranieri di stabilire banche interamente di proprietà in Cina, e l’eliminazione della necessità di una previa approvazione per lo svolgimento di attività commerciali nella valuta locale, lo yuan.

Gli annunci arrivano, non a caso, mentre Stati Uniti e Cina hanno concluso l’ultimo ciclo di colloqui commerciali nello scorso fine settimana, con l’intenzione di sigillare un accordo nelle prossime settimane, che probabilmente coprirà la protezione della proprietà intellettuale, i servizi finanziari e gli acquisti agricoli cinesi.

Ricordiamo altresì come venerdì 11 ottobre la China Securities Regulatory Commission abbia annunciato un calendario per la rimozione dei limiti di proprietà straniera nel settore finanziario, e in particolare nei futures, nei fondi comuni e nelle società di valori mobiliari. L’avvio previsto di tali nuove regole è previsto per il prossimo mese di gennaio, costituendo così un altro passo in avanti verso l’aumento della fiducia a lungo termine delle istituzioni ad investimento straniero in Cina, e permettendo così a queste aziende di poter avere un orizzonte ancora più chiaro dei propri impieghi nel Paese asiatico.

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