Olimpiadi di Tokyo: e se fossero cancellate? Quali impatti sull’economia giapponese?

Utopia fino a qualche mese fa, oggi la possibilità che vi sia una cancellazione delle Olimpiadi di Tokyo è tutt’altro che irrazionale. La paura di una pandemia da coronavirus si sta d’altronde abbattendo su tutto il mondo, e le probabilità che un evento di questo tipo venga rinviato o cancellato stanno crescendo giorno dopo giorno, per quanto non siano ancora in grado di rappresentare lo scenario centrale.

Ha cercato di ipotizzare quel che potrebbe accadere John Plassard, Investment Specialist del Gruppo Mirabaud, in un interessante approfondimento.

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L’importanza dei Giochi Olimpici

I Giochi Olimpici 2020 in previsione per questa estate costituiscono un momento chiave nello sviluppo economico del Giappone.

Non è certo la prima volta che un simile evento viene organizzato nella storia del Paese e, proprio per questo motivo, è lecito cercare di immaginare che cosa potrebbe accadere alla nazione, replicando le aspettative pregresse.

Ricordiamo infatti che le Olimpiadi di Tokyo del 1964 avevano contribuito a trasformare completamente l’economia del Paese, allontanandolo dalle difficoltà del dopoguerra e facendolo affacciare al resto del mondo.

Lecito pensare che gli organizzatori dei Giochi del 2020 vogliano avere la stessa ambizione: determinare profondi cambiamenti positivi nel Paese, rinnovando il vigore di un’economia in affanno.

Teoricamente, infatti, le Olimpiadi dovrebbero avere un impatto positivo sull’economia del Paese asiatico, ed è sufficiente ricordare l’impatto previsto sull’aumento del turismo estero e sull’incremento degli investimenti nelle costruzioni per averne consapevolezza. Gli stessi organizzatori hanno stimato un aumento di 300 milioni di dollari delle entrate previste, con un totale di 5,9 miliardi di dollari di entrate complessive.

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Olimpiadi di Tokyo cancellate? Colpo di grazia all’economia giapponese

Fin qui, gli aspetti positivi. Il problema è, però, che il coronavirus sta facendo immaginare uno scenario drammatico: la cancellazione delle Olimpiadi di Tokyo. E, con essa, il fatto che si finisca per concentrarsi più sui costi che sui ricavi.

Secondo le stime pubblicate a fine dicembre 2019, per esempio, il Giappone dovrebbe complessivamente spendere oltre 26 miliardi di dollari per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2020. A ciò si aggiunga il fatto che le aziende private giapponesi hanno pagato più di 3 miliardi di dollari in contratti di sponsorizzazione agli organizzatori, e che una cifra imponente è già stata spesa dalle emittenti internazionali.

Dunque, una prima ripercussione – gravissima – sarebbe proprio questa: mandare in fumo miliardi di dollari di investimenti già realizzati, con un peso che si espanderebbe su tutti, organizzatori, sponsor, partner, emittenti, e così via. In termini di PIL, ad esempio, si stima che la spesa per i Giochi costi circa lo 0,2% del Pil, ma per Mirabaud la cancellazione avrebbe conseguenze doppie, riducendo la crescita giapponese di 0,4 punti percentuali.

Un altro malus si genererebbe sul fronte politico. Annullare l’evento sarebbe infatti una catastrofe per il governo Abe, che si è sempre ampiamente speso per questo evento.

Ad ogni modo, val altresì la pena di rammentare, in conclusione, che mai una Olimpiade è stata rinviata, eccezion fatta per le guerre. Anche le Olimpiadi invernali di Vancouver 2010 si sono svolte (quasi) regolarmente, pur durante la stagione dell’influenza pandemica del 2009. Lo stesso di casi per i Giochi di Rio 2016, che sono andati avanti nonostante l’epidemia del virus Zika.

Dunque, almeno per il momento, lo scenario di una cancellazione dei Giochi è ancora molto, molto marginale.

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