Nio sfida Tesla e si appresta a varare i piani per l’Europa

Dal quasi fallimento al rimbalzo internazionale. È questa, in estrema sintesi, la storia di Nio, società cinese quotata negli Stati Uniti quasi due anni fa, le cui azioni sono precipitate di oltre l’80% rispetto ai massimi dell’anno scorso a causa di alcuni problemi di natura finanziaria. Dalla sua IPO alla Borsa di New York, diversi dirigenti, tra cui uno dei fondatori e leader di Nio, hanno abbandonato la barca, per quello che sembrava essere un passo decisivo verso la chiusura.

Poi, nel bel mezzo dell’epidemia di coronavirus, Nio ha annunciato a sorpresa di aver concluso alcuni accordi con il governo di Hefei, nel sud-est della Cina, che si sono tradotti in un’ancora di salvezza da 7 miliardi di yuan (1 miliardo di dollari) da parte degli investitori. Nel frattempo, le consegne di veicoli hanno raggiunto il record di 3.740 unità a giugno e hanno superato quota 10.000 unità per il secondo trimestre. Di conseguenza, le azioni sono aumentate di oltre il 240%.

Le buone notizie non sono però finite qui. Nella seconda metà del prossimo anno – ha dichiarato il management della società, guidato da William Li, fondatore e presidente – è possibile che siano posti in essere alcuni tentativi preliminari in alcuni Paesi che sono più favorevoli all’introduzione dei veicoli elettrici. Quali siano questi mercati non è ancora dato saperlo, ma la società sembra voler puntare soprattutto sull’Europa, quale trampolino di lancio per poter poi preparare il varo nei principali mercati globali entro il 2023 e il 2024.

Evidentemente, tutto ciò non può certamente accorciare l’enorme gap che separa Nio da Tesla, ma è indubbio che questa azienda potrà essere – se manterrà le ambizioni – uno dei competitor più agguerriti della società di Elon Musk, la quale nel secondo trimestre ha annunciato di aver consegnato più di 90.000 veicoli in tutto il mondo. Quasi un quarto delle entrate nei tre mesi terminati il 30 giugno proveniva dalla Cina, con 1,4 miliardi di dollari, mentre circa la metà proveniva dagli Stati Uniti a 3,09 miliardi di dollari.

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