Un crollo dell’offerta e una domanda crescente dovrebbero mantenere il rame sulla buona strada per generare guadagni a lungo termine, nonostante la guerra commerciale scatenata da Stati Uniti e Cina e dalle tensioni dei mercati emergenti, in grado di danneggiare i prezzi della materia prima.
Così, almeno, la pensa il produttore australiano OZ Minerals Ltd, i cui conti parlano piuttosto chiari: per il produttore, con sede ad Adelaide, il primo semestre si è chiuso con un profitto netto salito del 59% su base annua a 93 milioni di dollari, grazie a prezzi più forti e a corposi tagli dei costi.
“Stiamo assistendo a una certa volatilità a breve termine, ma sono ancora fiducioso sulle prospettive a lungo termine”, ha dichiarato l’amministratore delegato Andrew Cole in un’intervista alla Bloomberg Television. “Non è stata introdotta nessuna nuova offerta sul mercato, e le cifre della domanda non sono cambiate tanto nel medio-lungo termine” – ha poi aggiunto.
OZ Minerals sta costruendo una seconda miniera australiana, e a marzo ha accettato di pagare 418 milioni di dollari per Avanco Resources Ltd., al fine di aggiungere un tassello in Brasile e una serie di progetti di sviluppo. I team di esplorazione stanno anche esaminando le prospettive in Australia, Portogallo e Svezia.
La mancanza di nuovi progetti minerari significa che il rame sta affrontando un “deficit strutturale” in una condizione in cui la domanda aumenta, secondo l’analista di Londra Paul Gait di Sanford C. Bernstein. Il mercato potrebbe affrontare un deficit di circa 83.000 tonnellate nel 2019, secondo Bloomberg Intelligence.
“C’è una vera pressione sul lato dell’offerta sulle risorse di rame nel medio-lungo termine”, ha poi detto Cole nell’intervista. “Avere nuovi progetti nella tua pipeline – come noi – ti mette in una posizione molto forte”.
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