India, cosa accadrà dopo la vittoria di Modi?

Narendra Modi è stato eletto per un secondo mandato come Primo Ministro indiano. La sua vittoria personale, particolarmente importante, ha spinto suo partito, il BJP (Bharatiya Janata Party), ad ottenere la maggioranza semplice con quasi 300 seggi su 542 nel Lok Sabha.

Amol Gogate, Asian Equities Analyst di Carmigan, ricorda in una nota come i partner del BJP nell’Alleanza Democratica Nazionale abbiano inoltre ottenuto altri 50 seggi: una evoluzione che dovrebbe rafforzare ulteriormente la posizione di Modi, assicurando altresì una stabilità politica invidiabile al subcontinente.

Una simile imposizione di rilievo non era totalmente scontata, per Modi. Solo sei mesi fa, infatti, la sua popolarità aveva subito una decisa battuta d’arresto in occasione della sconfitta alle elezioni regionali in tre grandi Stati dell’India settentrionale e centrale (Rajasthan, Madhya Pradesh e Chhattisgarh).

A quell’epoca gli analisti ritenevano calante la sua parabola che, però, si è dimostrata molto più resistente del previsto. Il partito di Modi è riuscito infatti a mantenere la propria leadership nel nord, per lo più nelle regioni dove l’hindi è la prima lingua, e a guadagnare seggi negli Stati multilingue orientali e meridionali.

Ma perché Modi ha ottenuto un successo così rilevante, proprio quando la sua vena politica sembrava essere più tenue?

Secondo l’analista, uno dei fattori più importanti che ha condotto il Premier ad essere rieletto per un secondo mandato sono state le conseguenze degli attacchi aerei nel territorio pakistano di febbraio. Attacchi effettuati come rappresaglia dopo un atto terroristico nello Stato indiano del Jammu & Kashmir, avvenuto all’inizio dello stesso mese, e che ha dato di Modi un’immagine particolarmente forte e coraggiosa, che ha fatto breccia nel sentimento del popolo indiano.

Un secondo fattore che l’analista ci indica come elemento di successo per Modi è la strategia attuata nella campagna elettorale del partito BJP. Una campagna che, ad esempio, ha poggiato la propria efficacia su 161 call center mediante i quali il partito ha potuto raggiungere direttamente quasi 250 milioni di persone su 900 milioni di elettori indiani, ricordando loro dei benefici ottenuti dalle iniziative del governo.

Tutta la campagna è poi stata incentrata su un evento di tipo presidenziale: Modi è stato percepito come un leader incorruttibile, e nessun leader dell’opposizione è riuscito ad avvicinarsi a lui.

Archiviate le elezioni, l’attenzione è ora nuovamente rivolta all’economia. L’India ha dovuto gestire un problema di crediti deteriorati, la crescita dei consumi ha iniziato a indebolirsi, il calo dei prezzi del petrolio negli ultimi 5 anni ha aiutato il governo Modi a risparmiare sulle sovvenzioni petrolifere e a convogliare la spesa su altre iniziative. Eventuali interruzioni dell’approvvigionamento in Medio Oriente potrebbero portare a maggiori problemi per le finanze pubbliche. Inoltre – precisa ulteriormente Gogate – Modi ha promesso un piano per incrementare i posti di lavoro nel settore manifatturiero in India, intervenendo (e non sarà facile) sulla burocrazia del Paese.

L’attesa di breve termine è comunque sulla formazione del nuovo governo. Considerato che le sfide che il Paese dovrà affrontare sono particolarmente elevate, ci si attende un team di ministri molto efficaci.

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