Emergenti, i prezzi alimentari potrebbero turbare la crescita economica

I prezzi alimentari continuano a crescere. E, se dovessero continuare con il trend previsto, potrebbero turbare il ritmo di sviluppo dei Paesi emergenti.

L’indice FAO Food Price, che monitora l’evoluzione dei prezzi di un paniere di generi alimentari, a novembre ha infatti toccato quota 177,2 punti, con un aumento del 2,7% rispetto al mese precedente e di ben il 9,5% rispetto a un anno fa, con un picco da settembre 2017 a questa parte.

La crescita del prezzo del cibo – affermano gli analisti di Nomura – potrebbe alimentare l’allargamento del gap tra i Paesi sviluppati e quelli emergenti. Un allargamento che potrebbe farsi ancora più intenso se i prezzi alimentari cresceranno a causa di alcuni shock, come quelli meteo, l’aumento del costo del petrolio o un forte deprezzamento del dollaro, considerato che la maggior parte delle materie prime alimentari sono proprio quotate con la valuta verde, e un forte deprezzamento del biglietto verde spingerebbe i Paesi più poveri ad acquistare di più, riducendo così le forniture a livello mondiale e incrementando i prezzi.

Ma quali sono i rischi conseguenti?

L’incremento dei prezzi del cibo contribuisce in maniera decisiva alla crescita dell’inflazione nei Paesi emergenti e in quelli più poveri. Per i primi, ad esempio, la Banca Mondiale ha ricordato che nel periodo 2007 – 2001 la crescita ha accelerato dal 7% all’11%, mentre è stata dal 5% al 6% tra il 2010 e il 2011.

Un’evoluzione i cui segnali si starebbero, peraltro, già notando. In Cina, ad esempio, ad ottobre i prezzi della carne di maiale sono raddoppiati dopo l’abbattimento di un elevato numero di capi per poter proteggere il settore dalla febbre suina. In India, l’incremento dei prezzi delle cipolle ha portata diversi disordini sociali. In Africa l’incremento dei prezzi alimentari ha portato l’inflazione al top degli ultimi tre anni.

Non rimane dunque che verificare quale sarà l’impatto sull’azionario dei mercati emergenti, dopo un 2019 che si è concluso con un + 15,5% per il MorningStar EM.

Stando alle ultime stime del FMI, la crescita dei mercati emergenti potrebbe accelerare fino a toccare il 4,6% nel 2020, il valore più alto degli ultimi tre anni. Molto dipenderà però dall’evoluzione della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, e non solo.

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