Come abbiamo avuto modo di valutare nella giornata di ieri, la sterlina britannica ha avuto modo di rafforzarsi contro euro e contro dollaro, dopo l’annuncio che è stato felicemente raggiunto un accordo condizionato sul periodo di transizione della Brexit. Un’intesa che sembra scongiurare forse definitivamente la possibilità che si possa verificare l’ipotesi più temuta, quella di una hard Brexit, e che dunque può ridurre notevolmente il rischio di un’uscita disordinata di Londra dall’Unione Europea nel marzo 2019, quando scadrà il termine biennale di negoziazione con Burxelles.

Proprio alla luce di ciò, il cambio della sterlina britannica contro euro ha guadagnato fino allo 0,7%, salvo poi cedere oltre metà del proprio rialzo prima della serata. L’euro è peraltro apparso essere anche in rafforzamento contro dollaro, che cede a sua volta anche contro il “vicino” dollaro canadese. Nello stesso frangente, si noti come sia avvenuto un deciso ribasso per i listini azionari europei ed americani, probabilmente condizionato dalle notizie confuse in casa Facebook. Lieve flessione per i rendimenti sulla curva BTP, a fronte di tassi pressochéé immutati su quella tedesca e di marginale rialzo su quella UST.

Al di là di questa breve parentesi sulla “puntata” precedente, rimane ora da capire come le novità in casa Brexit riusciranno o meno a condizionare la positiva evoluzione della sterlina. Una valuta che – come abbiamo avuto modo di osservare qualche giorno fa – era stata presa in considerazione da BlackRock quale principale indiziata a compiere un “grande” movimento, senza tuttavia ipotizzarne la reale direzione.

Ebbene, sembra che le novità che stanno giungendo da Londra e Bruxelles faranno il buon gioco al rafforzamento sostenibile (e sostenuto?) della valuta.

Barnier e Davis hanno infatti confermato che è stato raggiunto un accordo per un periodo di transizione limitato nel tempo al 31 dicembre 2020, durante il quale il Regno Unito manterrà l’accesso al mercato unico e rimarrà soggetto a tutti gli obblighi della permanenza nell’Unione Europea, pur senza partecipare ai processi decisionali. L’intesa prevede solo una consultazione del Regno Unito sulle decisioni future.

In aggiunta, Barnier ha comunque voluto avvisare come l’accordo sarà legalmente vincolante soltanto se il Regno Unito ratificherà il trattato di recesso entro il marzo 2019, inclusa la parte che riguarda il confine irlandese. Dunque, a ben vedere si tratta di un passo in avanti che però non risolve il problema più grave, sebbene il Regno Unito abbia comunque accettato di inserire nel Trattato una salvaguardia legale che manterrebbe l’Irlanda del Nord nell’unione doganale dell’Unione Europea se non venisse concordata una soluzione accettabile a entrambe le parti. Davis ha infine precisato che il problema dovrà essere risolto dal trattato commerciale fra UE e Regno Unito.

Insomma, la sterlina potrà sicuramente trarre beneficio da questa notizia, ma l’impressione è comunque che vi siano ancora dei margini di deterioramento di questo contesto e, proprio questo elemento, potrebbe in fondo bloccare la ripresa delle quotazioni in misura più ripida.

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