Settore automotive: vincitori e vinti dei cambi epocali con car sharing e delivery

Il settore automotive sta andando incontro a grandi trasformazioni che erano impensabili fino a pochi anni fa. Secondo l’analista Mark Hawtin di GAM Investments, i cambiamenti che travolgeranno il settore automotive avranno la stessa portata, se non maggiore, di quelli che hanno interessato il comparto tech con l’avvento dei social.

L’esperto ritiene che la transizione dell’auto di proprietà alla condivisione del mezzo di trasporto, il cosiddetto car sharing, avrà dei vincitori e dei vinti. Secondo Hawtin è evidente che il boom delle piattaforme di car sharing stia mettendo in discussione le basi stesse dei business model tradizionali. Un esempio in tal senso è Uber, la società assimilabile ai taxi che non possiede neppure un veicolo nel suo parco auto.

Per l’analista di GAM è molto probabile che il ride sharing possa diventare un mercato da 5 mila miliardi di dollari (solo lui). 

Nel suo report sulla trasformazione in atto nel settore auto, l’analista cita poi i contenuti di una ricerca che è stata condotta dalla ACA Research1. Secondo questo studio il settore automotive del futuro sarà così strutturato: veicoli a guida autonoma, veicoli elettrici, connettività e sharing gig economy.

In linea di tendenza ci sarà un passaggio epocale dalla titolarità del mezzo di trasporto a soluzioni di mobilità che saranno invece intese come un servizio. Secondo alcune proiezioni a causa di questo passaggio, in primo luogo psicologico e di costume e poi concreto, l’entità del parco auto in Usa subirà una contrazione dai 247 milioni di veicoli in circolazione nel 2020 a 44 milioni 10 anni dopo. Un’elaborazione dei dati del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha annunciato che i chilometri che saranno percorsi con un servizio di trasporto inteso come servizio (care sharing, delivery, etc) saranno superiori a quelli percorsi con un veicolo di proprietà già nel 2025. Insomma la rivoluzione del settore automotive non è una possibilità del futuro ma è già in atto nel presente. 

Alla luce di tutte queste indicazioni, l’analista di GAM è arrivato alla seguente conclusione: non solo ci sarà un passaggio dall’auto di proprietà, oramai poco economica, all’auto intesa come servizio ma gli automobilisti faranno anche un migliore uso dei veicoli e, allo stesso tempo, aumenterà il numero di chilometri percorsi per passeggero. In parallelo anche il costo per percorrere le distanze scenderà in misura significativa.

In poche parole il settore automotive è oramai arrivato ad una rivoluzione epocale ed è altamente probabile che i nostri figli non avranno neppure un’auto di proprietà. Secondo alcuni analisti, inoltre, potrebbe essere anche molto probabile che i nostri figli non abbiano neppure bisogno di imparare a guidare. Se così dovesse essere la rivoluzione del settore automotive sarebbe ancora più marcata di quella generata dai social network. 

Secondo Hawtin, non va dimenticato che nella categoria dei trasporti come servizio sono inclusi spezzoni di mercato molto diversi tra loro: dal ride sharing per il trasporto delle merci alla consegna di cibo a domicilio, dalla consegna mediante l’uso dei droni fino al trasporto di persone. Nel suo complesso il mercato dei trasporti come servizio dovrebbe rappresentare un’opportunità con un giro d’affari stimato attorno agli 8 mila miliardi di dollari. Tale dato sarebbe equivalete al 10% del Pil globale.

Settore automotive: chi guadagna e chi perde 

Ovviamente accanto ai grandi vincitori di questa rivoluzione epocale ci saranno anche i grandi sconfitti. A risentire maggiormente del passaggio epocale verso il trasporto come servizio saranno tutte le società tradizionali dell’automotive. Nel giro di 15 anni le dimensioni del settore della produzione di automobili potrebbero passare dai 570 miliardi di dollari del 2015 a 104 miliardi di dollari del 2030. I segnali ci sono tutti essendo sufficiente guardare alle immatricolazioni dei colossi auto degli ultimi anni e alla conseguente necessaria corsa verso le aggregazioni (l’ipotesi fusione FCA Renault è cronaca degli ultimi mesi). Se l’industria dell’auto uscirà trasformata dal passaggio al trasporto come servizio, quella dell’usato rischia addirittura di sparire del tutto. 

E come dimenticare poi l’industria petrolifera? Il comparto oil non potrà non subire le conseguenze di questa rivoluzione ed è logico che il passaggio verso i veicoli a guida autonoma potrà portare ad una flessione dei ricavi delle imprese del settore.

La conclusione che Mark Hawtin di GAM Investments dà alla sua lunga analisi è la seguente: “Non vediamo l’ora di assistere, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, agli sviluppi dei trasporti declinati come servizi e all’emergere di nuove opportunità di investimento“.

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