L’Europa potrebbe essere il prossimo obiettivo commerciale degli Stati Uniti dopo il raggiunto accordo di fase uno con la Cina?

A domandarselo sono molti operatori che, da una parte sottolineano come l’intesa raggiunta con Pechino possa scongiurare il ripercuotersi di timori a breve termine per i mercati, ma dall’altra evidenziano il rischio che gli Stati Uniti finiranno, più semplicemente, con lo spostare il proprio mirino.

A rammentarlo è anche una nota recentemente pubblicata a cura di Elliot Hentov, head of policy research di State Street Global Advisors, che rammenta come una delle principali caratteristiche della presidenza Trump sia la ricerca di rapporti conflittuali in ambito internazionale. Ora che la Cina non è più una controparte con la quale “litigare” durante questo anno così importante per Trump, il presidente potrebbe andare alla ricerca di altri avversari.

Se questa logica dovesse avverarsi, è l’Europa a rischiare maggiormente. Per State Street è possibile che le frizioni commerciali USA – Europa diventino un tema di attualità, con possibile applicazione di dazi o misure selettive.

Ad ogni modo, è anche vero che le preoccupazioni per una vera e propria guerra commerciale, simile a quella vissuta con la Cina, sono per il momento esagerate, visto e considerato che – rammentava ancora l’esperto – “gli Stati europei sono i maggiori datori di lavoro stranieri nei principali Stati repubblicani e la più grande fonte di IDE. Le economie dell’area Nord-Atlantica sono profondamente legate tra loro, quindi qualsiasi controversia tra Stati Uniti e Unione Europea sarà molto simile alle negoziazioni per il NAFTA, con poche probabilità di escalation e buone possibilità di successo”.

State Street sottolinea inoltre che in questo scenario il conflitto con l’Iran potrebbe rendere la situazione ancora più complessa. In caso di aggravamento della situazione medio-orientale la Cina potrebbe prendere posizione e, a seconda del suo atteggiamento, inasprire nuovamente i rapporti con gli Stati Uniti.

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