Alitalia, ecco chi – forse – saranno i nuovi soci

La notizia è stata diffusa ieri dal quotidiano La Repubblica e, per il momento, sembra essere cavalcata con particolare successo da tutti i media senza timore di smentite: il “segreto” che potrebbe permettere al Ministero dello sviluppo economico e al suo titolare, Luigi Di Maio, di chiudere la partita Alitalia è Riccardo Toto, l’ex patron di Air One, che avrebbe già avanzato un intenso dialogo nei confronti del Ministero, rendendosi disponibile a entrare nel capitale della compagnia di bandiera con una quota non marginale.

Stando a quanto ipotizzava La Repubblica, in particolare, lo Stato diverrebbe il socio di riferimento, con le Ferrovie che disporrebbero del 30% del capitale sociale della compagnia, e il Ministero del Tesoro che otterrebbe il 15%. Considerato che siamo ancora al 45%, per arrivare alla totalità delle quote si farà leva sul 15% che sembra essere indirizzato verso gli Stati Uniti, per interesse esplicitato da parte di Delta, che non vorrebbe perdere le rotte intercontinentali già condivise con la compagnia aerea. E il restante 40%?

Su questa quota si sta lavorando ma, da quanto emerge, alla famiglia Toto dovrebbe arrivare una quota tra il 20 e il 30%, con impegno finanziario intorno ai 250 milioni di euro. La parte rimanente sarebbe a quel punto fortemente minoritaria, e potrebbe anche veder presenti i cinesi.

Se i piani di cui sopra dovessero trovare conferma, per Toto si tratterebbe di un ritorno nel settore dei trasporti aerei dopo l’esperienza di Air One, fatta confluire in Alitalia dall’iniziativa del 2008 orchestrata dall’allora governo Berlusconi.

Tutto bene, dunque? In realtà, pare (ma, anche qui, non ci sono certezze) che non tutti gradiscano questo ingresso. Anche perché la stessa famiglia Toto che dovrebbe ora contribuire a salvare Alitalia è anche titolare di concessioni autostradali. E qualcuno, come il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, non ha mancato di sottolineare come, non troppo tempo fa, le concessionarie di autostrade “sembravano essere il male assoluto”.

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