Si torna a parlare di un’ipotesi fusione tra Banco BPM e UBI Banca. A tornare a fare riferimento all’ipotesi di aggregazione tra le due banche radicate soprattutto nel Nord Italia è stata l’edizione di oggi di Milano Finanza. Il quotidiano economico ha fatto un’analisi completa sugli svantaggi e sui vantaggi dell’eventuale aggregazione tra le due banche. Prima di esaminare i pro e i contro di una eventuale fusione Banco BPM UBI Banca è però necessario fare una premessa e mettere ben in chiaro una questione.

L’articolo di Milano Finanza è puramente ipotetico nel senso che, ad oggi, sul tavolo non c’è alcun colloquio tra le due banche. Il quotidiano economico, quindi, ha semplicemente effettuato uno studio teorico mettendo in evidenza i punti di forza e quelli di debolezza di un eventuale processo di aggregazione tra le due banche. Lo ripetiamo: di concreto non c’è assolutamete nulla, neppure un colloquio preliminare tra i management delle due banche. 

Detto questo, la fusione tra le due banche sarebbe di portata storica ed andrebbe ad incidere su quello che è l’attuale assetto del settore bancario italiano. UBI Banca e Banco BPM, infatti, sono le due classiche banche medie collocandosi alle spalle dei colossi Intesa Sanpaolo e Unicredit. In particolare Banco BPM, a sua volta nato dalla fusione tra Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano, è il terzo gruppo bancario italiano mentre UBI Banca è il quarto gruppo bancario italiano. Facendo due più due possiamo dedurre che la banca che nascerebbe dalla fusione tra UBI e Banco BPM sarebbe un colosso del settore bancario italiano.

Ma quali sono i pro dell’integrazione ipotizzata da Milano Finanza? Il primo fattore che il quotidiano economico cita è il contesto generale. Secondo MF l’attuale scenario macroeconomico è caratterizzato da stagnazione e tassi zero. Questo contesto macro sarebbe ideale per favorire una integrazione tra le due banche. 

C’è poi un ulteriore pro. I pesi specifici dei due istituti sono quasi equivalenti e questo sarebbe un elemento molto importante a supporto dell’integrazione tra le due banche. In secondo luogo anche le reti commerciali tra le due banche sono complementari dal punto di vista territoriale. In altre parole tra il Banco BPM e BPER Banca non ci sono sovrapposizioni ad eccezione di alcune province della Lombardia. La complementarietà territoriale della rete è un punto di forza enorme a sostegno della fusione tra le due banche. Mentre la sovrapposizione territoriale delle reti è un ostacolo ad ogni ipotesi di aggegazione, la complementarietà facilità ipotesi di M&A poichè non implica chiusura di filiali oppure tagli al personale. 

Nell’analisi di una eventuale fusione tra Banco BPM e UBI Banca non mancano comunque i contro. Secodo Milano Finanza l’assetto azionario tra le due banche è differente e lo stesso dicasi per quello che riguarda la governance. Sono questi problemi non secondari che potrebbero far saltare un’eventuale operazioone di M&A. 

In questo articolo tutto teorico, Milano Finanza si spinge anche ad individuare soluzioni alternative affermando che i contro dovessero prevalere, allora BPER Banca sarebbe pronta a mettersi in mezzo tra Banco BPM e UBI Banca.

Lasciando da perdere le teorizzazioni del quotidiano economico bisogna però riconoscere che su Bprsa Italiana oggi 8 giugno, le azioni Banco BPM e UBI Banca potrebbero registrare important variazioni di prezzo in scia proprio all’analisi apparsa su Milano Finanza

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