La crisi dei microchips inizia a mettere a dura prova il sistema industriale. E’ proprio a causa delle difficoltà nelle forniture di semiconduttori che CNH Industrial ha deciso di chiudere alcuni stabilimenti europei. La notizia è stata diffusa questa mattina e ha avuto un immediato impatto negativo sul titolo della galassia Agnelli.

In un contesto generale che vede il Ftse Mib avanzare di circa un punto percentuale, CNH Industrial segna invece un calo dello 0,8 per cento a 13,95 euro. A metà mattinata il titolo risulta addirittura essere il peggiore sul paniere di riferimento di Piazza Affari.

La reazione negativa del mercato all’annuncio ufficiale della chiusura degli stabilimenti in Europa a causa di difficiltà nelle forniture era ampiamente scontata. Non è un caso infatti, che i traders più sul pezzo, fin dall’avvio degli scambi, hanno attivato posizioni ribassiste sulle azioni CNH Industrial.

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CNH Industrial annuncia chiusura stabilimenti in Europa 

Nel comunicato ufficiale che è stato diffuso dalla società si afferma che la chiusura temporanea di diversi siti produttivi di macchine agricole, veicoli commerciali e sistemi di propulsione in Europa, è una diretta conseguenza dell’interruzione della catena di fornitura ed un effetto della carenza di componenti chiave, in modo specifico i semiconduttori. 

CNH Industrial ha poi precisato che è suo preciso impegno rivedere costantemente i propri piani di produzione in modo tale da rispondere ad un contesto generale che è sempre più volatile. Ad ogni modo, ha concluso la società, il programma di chiusura degli impianti europei prevede non più di 8 giorni lavorativi di stop nel mese di ottobre. Anche durante questa fase, comunque, l’azienda continuerà ad essere impegnata per l’otimizzazione delle operazioni produttive in modo tale da cercare di dare una risposta forte ad un domanda che continua ad essere molto alta. 

Il problema della carenza di microchips non riguarda, all’interno della galassia Agnelli, solo CNH Industrial. Anche Stellantis è infatti alle prese con problematiche simili. Secondo il colosso del settore automotive, infatti, le difficoltà di rifornimento determineranno un calo della produzione auto fino a 1,4 milioni di veicoli con forte riduzione del lavoro in alcuni importanti siti produttivi come ad esempio Cassino, Pomigliano e Melfi.

In merito agli effetti della crisi dei semiconduttori su Stellantis, ad inizio ottobre il sindacato Uilm aveva rilevato che nel mese in corso, il sito produttivo di Melfi avrebbe lavorato solo 6 giorni ad ottobre con una produzione di appena 8.000 veicoli. Ovviamente il calo della produzione non potrà non avere impatto sulla forza lavoro, a Melfi come altrove. 

Dal punto fdi vista dell’investitore, la crisi dei semiconduttori rappresenta un assist per investire sulle azioni di quei comparti che sono maggiormente legati a questa filiera. Per sfruttare la possibilità volatilità che si verrebbe a creare, si può usare il broker eToro (qui la recensione). Questa piattaforma è molto vantaggiosa quando si parla di trading sulle azioni poichè non prevede commissioni. 

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