Il prezzo delle azioni Telecom Italia è in forte rialzo nella seduta di oggi. Fin qui nessuna sorpresa, il rally era infatti scontato alla luce delle notizie sulla possibile OPA amichevole del fondo Usa KKR sul 100 per cento del capitale di TIM. Con una notizia così price sensitive, la corsa a comprare azioni Telecom Italia fin dall’apertuta degli scambi poteva essere considerata una sorta di minimo sindacale.
Il problema, come si vocifera negli ambienti degli investitori, è quello che, almeno fino ad ora, non sta avvenendo.
Quando viene annunciata un’OPA, il metro per capire se il mercato sta o no credendo all’operazione, è rappresentato dalla spinta verso il corrispettivo offerto.
Vero che nel caso di Telecom Italia quella di cui si parla da due giorni non è un’OPA reale ma solo un’offerta indicativa non vincoltante, tuttavia, gli attuali prezzi di TIM restano comunque lontani dall’ipotizzato corrispettivo che KKR potrebbe mettere sul tavolo.
Mentre è in corso la scrittura del post, il prezzo delle azioni Telecom Italia registra un rialzo del 27 per cento a a 0,44 euro. Durante le prime battute di scambi, TIM non è riuscita a fare prezzo ma, successivamente, i valori si sono si sono assestati in un’area compresa tra 0,41 euro e 0,45 euro. Siamo decisamente lontani dagli 0,34 euro della chiusura di venerdì (e questo è appunto il minimo sindacale) ma siamo anche lontani dagli 0,5 euro che KKR offrirebbe in caso di effettivo lancio dell’OPA.
Insomma il prezzo delle azioni TIM resta sotto il prezzo dell’OPA e questo non è un buon segnale. Gli investitori disillusi ritengono che il mercato, sotto sotto, non creda all’offerta di KKR. In poche parole per i più pessimisti, il fondo americano non starebbe facendo sul serio.
Questo sospetto non significa che sia meglio restare alla larga da TIM. Le indiscrezioni sull’interesse del fondo Usa vanno infatti cavalcate per fare trading sul breve termine.
In un contesto di estrema incertezza, il solo aspetto certo è che il MEF ha intenzione di mantenere molto alta l’attenzione su tutto il dossier. Ricordiamo che il governo può infatti usare la cosiddetta clausola del golden power per bloccare l’acquisizione di Tim da parte del fondo americano. Dal Tesoro hanno fatto subito sapere di aver preso atto dell’interesse manifestato da investitori istituzionali qualificati ribadendo che se esso dovesse concretizzarsi sarebbe in primis il “mercato a valutare la solidità del progetto“.
Nella nota del MEF si afferma che Telecom Italia non solo è il maggior operatore di telefonia del paese ma è anche la società che ha in mano la parte più rilevante dell’infrastruttura di telecomunicazione. Nel caso in cui dovesse essere ufficializzata una qualsiasi operazione, l’esecutivo, si legge nella nota, punterebbe ad assicurare che nuovi progetti siano “compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel PNRR“.
Queste le linee principali del comunicato del MEF. L’impressione è che lo stesso governo intenda andare molto con i piedi di piombo sull’iniziativa del fondo Usa. In altre parole forse non è solo il mercato ma anche il MEF a voler capire se gli americani fanno o no sul serio.
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