Forse a molti investitori sarà sfuggito ma le azioni Ferrari sono alle prese un andamento ribassista da oramai nove sedute di fila. Il titolo della quotata di Maranello scambia a 331 euro in ribasso dell’1,7 per cento nel raffronto con la chiusura di ieri. Un dato che non meraviglierebbe più di tanto visto che l’andamento generale del Ftse Mib nella seconda seduta della settimana è debole, ma in realtà, se inserito in un contesto temporale più ampio, è il segnale che qualcosa forse si stia inceppando. Del resto a spingere ad accendere un faro sono gli stessi numeri: -3,3 per cento il passivo dell’ultima settimana, -6 quello sui base mensile per non parlare poi del tracollo del 19 per cento registrato da inizio 2025.
Focalizzando l’attenzione solo sul mese di novembre, emerge poi una chiara inversione di rotta dopo il raggiungimento dei massimi del mese nella seduta del 12 novembre: da allora la Rossa di Maranello ha imboccato la strada del ritracciamento ed è stato appunto in questo contesto che sono maturate le nove sedute all’insegna della debolezza cui abbiamo fatto cenno in precedenza.
Comprare azioni Ferrari dice Goldman Sachs ma l’upside è davvero stretto
Nelle ultime ore si è molto parlato della nuova copertura bullish assegnata alle azioni Ferrari dalla banca d’affari Usa Goldman Sachs. Quando c’è una valutazione ottimistica è sempre una buona notizia. Il punto è però il reale peso di questo catalizzatore. Con rating buy e target price a 391 euro molto sopra quelle che sono le attuali quotazioni della Rossa (quindi forte potenziale di upside), il titolo dovrebbe mettere il turbo e invece nulla perchè la sola conseguenza pratica della nuova valutazione è stato il rafforzamento della lateralizzazione in atto.
La nuova valutazione di Goldman Sachs su Ferrari introduce un elemento di discontinuità rispetto alle proiezioni comunemente incorporate nei modelli degli analisti. La banca di investimento ritiene infatti che la casa di Maranello sia posizionata per superare le stime di consenso nel biennio 2026–2027, grazie a una dinamica di pricing più robusta e a un mix prodotto fortemente orientato verso modelli a elevata marginalità.
Secondo Goldman Sachs, la crescita dell’Average Selling Price registrerà una accelerazione più marcata di quanto atteso: +14 per cento nel 2026 e +4 per cento nel 2027, a fronte di un consenso che indica un rialzo del 7 per cento per entrambi gli anni.
Questa impostazione trova coerenza nella performance recente del gruppo, con ricavi in aumento del 9,52 per cento negli ultimi dodici mesi, sostenuti proprio dalla progressiva espansione delle gamme premium e hyper-premium.
Il punto chiave, per gli analisti americani, è rappresentato dal contributo del mix prodotto: non solo volumi in crescita, ma soprattutto un incremento delle consegne dei modelli speciali, notoriamente caratterizzati da un ASP nettamente superiore alla media.
L’effetto traino dei modelli Special Series
Il report di GS ha messo in evidenza un portafoglio prodotti particolarmente favorevole. La banca Usa prevede infatti un contributo significativo da parte delle nuove Special Series, tra cui la hypercar F80, con un prezzo di circa 3,6 milioni di euro e il cui impatto sarà pienamente visibile lungo tutto il prossimo esercizio e le 296 Versione Speciale e 296 Aperta, con ASP di 407.000 e 462.000 euro rispettivamente.
Oltre ai prezzi, è soprattutto lo scenario sui volumi a discostarsi dal consenso. Goldman Sachs infatti stima circa 3.800 unità della 296 Versione Speciale e 1.500 unità della variante Aperta, livelli che superano sensibilmente le attese medie del mercato
Scrivono gli esperti che nel 2026, questo sbilanciamento sulle serie speciali dovrebbe generare un aumento proporzionalmente superiore dei margini, con un impatto positivo sia a livello operativo sia sul free cash flow.
Coerenza con gli obiettivi del Capital Markets Day
Il quadro delineato da Goldman Sachs si allinea anche con gli obiettivi strategici della società. Durante il Capital Markets Day, Ferrari aveva indicato che i modelli speciali avrebbero rappresentato circa il 10 per cento delle consegne totali nel periodo 2022–2026. Ad oggi, nei primi nove mesi del 2025, questa quota si colloca intorno al 5 per cento cumulato. Il previsto aumento dei volumi delle Special Series nel 2026 renderebbe quindi più probabile un riallineamento alla traiettoria originaria, rafforzando la credibilità delle linee guida del management.
Cosa fare in borsa con le azioni Ferrari
La lettura proposta dalla banca Usa è chiara: Ferrari dispone di leve di crescita poco riflesse nelle attuali valutazioni di mercato. Un ASP più elevato, un mix modelli fortemente premium e consegne più robuste sulle serie speciali creano un potenziale di revisione al rialzo sia sulle stime di utile sia sui target di cassa. Da qui la valutazione bullish.
Il messaggio che arriva agli investitori è a doppia faccia: da un lato, la visibilità sui ricavi migliora grazie alla pipeline prodotti di fascia alta; dall’altro, la coerenza strategica rafforza la narrativa di lungo periodo, centrata su esclusività, pricing power e disciplina nell’offerta. Entrambi gli elementi portano a pensare che Ferrari sia un titolo Premium. Questo, però, per adesso resta sulla carta visto che neppure un giudizio così bullish è bastato alla Rossa per uscire dall’avvitamento in atto dal 12 novembre scorso. Non è detto che lo slancio non possa esserci in futuro ma ad oggi la situazione è questa.
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