Oro a caccia del prezzo giusto ma ci sono molti fattori condizionanti per UBP

Che direzione vuole prendere il prezzo dell’oro? Questa domanda è stata al centro di un’analisi dedicata al bene rifugio per eccellenza che è stata elaborata da Névine Pollini, senior commodity analyst di Union Bancaire Privée (UBP). Il report sul possibile andamento futuro della quotazione dell’oro parte da quella che è la situazione attuale del metallo giallo che, mentre scriviamo, si muove in area 1320 dollari l’oncia. Andando a guardare al grafico in tempo reale sulla quotazione oro è possibile notare un certo allentamento del trend nell’ultimo periodo. Le quotazioni del metallo giallo, infatti, dopo aver viaggiato attorno a 1350 dollari l’oncia nela metà febbraio, hanno perso di vigore raggiungendo appunto i livelli attuali. Dall’analisi di UBP si evince però che il prezzo ottimale dell’oro potrebbe non essere neppure quello attuale. I 1320 dollari l’oncia della quotazione di questo periodo sono infatti ancora superiore a quel prezzo giusto che l’analista indica in 1300 dollari. Prendendo per corretta l’analisi di Pollini, quindi, si dovrebbe dedurre che le quotazioni dell’oro nei prossimi mesi siano destinate a scendere rispetto ai valori attuali. Gli investitori potrebbero cogliere al volo questo suggerimento e investire sull’andamento dell’oro attraverso gli strumenti derivati. 

L’analisi di UBP si spinge però oltre arrivando ad elencare tutte le variabili in gioco in questa fase. Mai come ora il prezzo dell’oro è soggetto ad una pluralità così ampia di condizionamenti. Non si tratta solo di riconoscere che la corsa all’oro c’è nel momento in cui è in corso una fuga dagli altri asset più tradizionali. Alla base delle attuali oscillazioni del metallo giallo, infatti, ci sono le tensioni commerciali e le politiche monetarie delle banche centrali. Se le prime rappresentano un fattore destabilizzante che spinge all’insù le quotazioni dell’oro, sulle mosse delle banche centrali il discorso è più complesso. Secondo l’analista di UBP sarà la riunione del braccio operativo della Federal Reserve, il Fomc, in agenda la prossima settimana a condizionare l’andamento delle quotazioni dell’oro. In pratica quello che si verificherà graficamente altro non sarà che lo specchio di quanto avvenuto la settimana scorsa in scia al board Bce. In quella circostanza, infatti, la riunione della Banca Centrale Europea pesò sull’andamento del prezzo dell’oro e anche la prossima settimana potrebbe avvenire altrettanto. Capire quale direzione potrà prendere il prezzo del metallo giallo sarà possibile solo avendo ben presenti quelle che potrebbero essere le mosse della Fed. Secondo l’analista “l’aumento delle aspettative di un rialzo dei tassi d’interesse statunitensi e dei rendimenti obbligazionari, che a fine febbraio hanno raggiunto i massimi quadriennali, ha pesato sull’oro”. Aggiunge poi Pollini che “un numero crescente di osservatori prevede la possibilità di quattro aumenti dei tassi d’interesse per quest’anno invece dei tre precedentemente attesi, e questo potrebbe iniziare già in occasione della riunione del Fomc del 21 marzo”. Ma sarà davvero così? Dalla risposta a questo interrogativo si potrà capire quale sarà l’andamento dell’oro nel medio termine. 

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