Il prezzo del petrolio a 100 dollari al barile è una di quelle ipotesi che, fino a poche settimane fa, potevano essere liquidate come pura fantasia. Vero è che l’Arabia Saudita non aveva mani nascosto che il suo obiettivo fosse un prezzo del greggio a 80 dollari al barile, ma tra un target a 80 dollari e una previsione che è stata aggiornata fino a 100 dollari ce ne passa. In poche settimane, però, il quadro di riferimento è cambiato in modo radicale e adesso si scommette apertamente su una salita del prezzo del greggio fino a 100 dollari al barile. Andando a guardare al grafico relativo all’andamento della quotazione petrolio si può notare come da tempo l’orientamento prevalente sia di impronta decisamente rialzista. Mentre scriviamo il prezzo dell’oil Brent registra un ribasso fisiologico dello 0,1% su quota 73,67 dollari al barile mentre il greggio WTI è in calo dello 0,22% su quota 68,18 dollari barile. Il leggero calo non deve sorprendere perchè è comunque maturato al termine di un lungo rally che si è protratto per alcuni giorni. Tra l’altro oggi la quotazione del greggio potrebbe registrare nuovi movimenti rilevanti in scia alle decisioni del vertice OPEC (allargato alla Russia) che si terrà a Gedda. 

Le previsioni degli analisti evidenziano che già nella giornata odierna potrebbe arrivare una conferma degli accordi sui tagli alla produzione che sono già in essere. Rumors di stampa sono concordi nel ritenere che i delegati dei vari paesi produttori possano decidere di prolungare fino alla fine del 2018 l’accordo sul contingentamento delle quote di produzione del greggio che era stato sottoscritto nel gennaio 2017. Secondo La Repubblica è chiaro a tutti che proprio l’accordo sul taglio della produzione rappresenta il primo fattore alla base del forte rialzo delle quotazioni del greggio. In poche parole l’intesa che i paesi produttori riuniti nell’OPEC e la Russia hanno sottoscritto sta funzionando alla perfezione neutralizzando l’effetto negativo, sul prezzo, delle politiche produttive degli Stati Uniti. Al rialzo della quotazione del greggio, comunque, contribuisce anche la sempre alta tensione geopolitica. 

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