Nel corso dell’ultima conference call sugli utili di Tesla Inc., ancora una volta Elon Musk è riuscito a sorprendere i presenti. Ma non positivamente: il top manager di Tesla sembrava essere particolarmente sotto stress, e ha finito con il fornire risposte strane su alcuni punti chiave durante la conference.

Non solo: le cose sono andate di male in peggio quando Musk ha iniziato a rifiutare le domande di due analisti professionisti, definendo le loro istanze “noiose” e dedicando invece più tempo a un fan della compagnia su YouTube.

Dopo quella conference call, il titolo Tesla è calato fino a toccare quota 20 dollari per azione, siglando una importante traccia evolutiva nella società: forse per la prima volta nella sua storia, infatti, le cattive notizie stanno attaccando la tenuta del titolo societario in Borsa. Ma c’è davvero da avere paura di Tesla? Quali sono le previsioni per l’estate 2018?

Tesla, per alcuni una nave che affonda

Alcuni analisti sembrano essere particolarmente critici nei confronti di Tesla, arrivandola a definire come “una nave che affonda”. Effettivamente, gli ultimi sviluppi sembrano confermare tale approccio: il report sulla redditività non è certo stato soddisfacente, e il comportamento nella conference call di Musk, unitamente al suo atteggiamento “bizzarro” su Twitter, sta sollevando ulteriore preoccupazione.

Alcuni analisti sono arrivati ​​al punto di paragonare il comportamento recente di Musk all’ex CEO di Enron, Jeff Skilling, che ha maledetto un analista in una conference call, poco prima che l’azienda fallisse. Il confronto tra i due casi è aspro e particolarmente superficiale, ma ad alcuni analisti non è sfuggito il cambio di atteggiamento del visionario Musk.

Il rischio di un panic selling su Tesla

Negli ultimi anni gli investitori di Tesla hanno sviluppato una sorta di senso di immunità nei confronti di ciò che accadeva in società. Indipendentemente dal tipo di cattiva notizia che ha colpito Tesla, il titolo si è sempre ripreso con buon dinamismo. Pertanto, sia che si trattasse di un collasso di SolarCity o che Tesla perdesse costantemente più denaro del previsto o inondasse il mercato con offerte secondarie a destra ea sinistra, il titolo ha sempre rappresentato un sicuro approdo di fiducia.

Ora, però, la compagnia si trova in una situazione ben più difficile. La compagnia sta subendo la pressione di forti debiti e, a differenza degli azionisti che continuano a dare Elon Musk il beneficio del dubbio, i creditori pretendono positive metriche finanziarie effettive, come entrate e profitti, almeno in linea con le aspettative.

Anche in virtù dello scetticismo sulla tenuta di Tesla, Moody’s ha già tagliato il proprio debito di Tesla, in territorio “spazzatura” la scorsa settimana. Inoltre, il mercato dei credit default swap mostra nuova preoccupazione: il prezzo per comprare la protezione contro un potenziale default di Tesla è aumentato nelle ultime settimane, con il CDS quinquennale che implica ora una probabilità di default del 40%.

Cosa succederà a Elon Musk

Per quanto concerne il futuro a breve termine di Tesla, Elon Musk rischia seriamente di finire nell’occhio del ciclone la prossima estate. A parte compiere annunci ad effetto su Twitter, infatti, a Musk sarà chiesto con sempre crescente insistenza di posizionare adeguatamente la sua compagnia per vendere abbastanza auto con un margine di profitto sufficientemente alto da ripagare i debitori e, auspicabilmente, realizzare un profitto.

Peccato che questo, almeno per il momento, non stia certamente accadendo. O almeno non ancora. La compagnia continua a perdere oltre 700 milioni di dollari al trimestre, e Elon Musk sostiene ancora che Tesla raggiungerà la redditività entro la fine dell’anno: anche in questo caso, lo scetticismo dei creditori è determinato dal fatto che Musk ha dichiarato cose simili in passato e… non si sono tradotte in risultati concreti.

Già nel 2012, ad esempio, Musk disse che Tesla non avrebbe più avuto bisogno di raccogliere più capitale perché stava raggiungendo l’autosufficienza. Sei anni dopo, Tesla continua però a vivere solo grazie al denaro degli investitori / creditori.

Insomma, all’orizzonte Tesla sembra dover affrontare una moltitudine di problemi che corre il rischio di far collassare la compagnia. Il titolo TSLA ha ancora una capitalizzazione di mercato superiore rispetto a Ford Motor, che però produce ben più EBITDA all’anno rispetto a quanto Tesla generi… di ricavi.

In conclusione, a lungo il titolo è stato sopravvalutato. La differenza ora è data dal fatto che Elon Musk sta perdendo la sua credibilità, ogni giorno che passa. Finché Tesla continua a perdere 2 miliardi di dollari o più all’anno, avrà bisogno di sempre più capitale dagli investitori.

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