Fed, ok a inflazione sopra il 2% per periodo “limitato”

La Federal Reserve è disponibile a lasciare l’inflazione al di sopra del proprio obiettivo del 2% in un contesto di ripresa dell’economia.

A sostenerlo sono i membri dell’istituto federale, stando a quanto emerge dai verbali della riunione più recente della banca centrale, dai quali si nota altresì come vi sia stato un notevole livello di dibattito su come la Fed dovrebbe affrontare l’inflazione. Il verbale ha anche indicato un rialzo dei tassi nell’incontro di giugno.

Insomma, mentre il sentimento generale che ha permeato la riunione era che l’inflazione avrebbe continuato a salire verso l’obiettivo del 2%, in realtà nel board c’era disaccordo su quali effetti una simile situazione avrebbe avuto per politica ed economia. Tuttavia, sembrava altresì esserci un sostanziale accordo sul fatto che dopo anni di crescita scadente e bassa inflazione, sarebbe stato opportuno consentire all’economia di accelerare un po ‘.

Alcuni partecipanti (…) hanno sostenuto l’opinione che l’inflazione su base 12 mesi probabilmente si muoverà leggermente al di sopra dell’obiettivo del 2 per cento della commissione per un periodo di tempo” – si legge nelle minute FOMC – “È stato inoltre osservato che un periodo di inflazione temporaneo al di sopra del 2% sarebbe coerente con l’obiettivo di inflazione simmetrica del Comitato e potrebbe essere utile per ancorare le aspettative di inflazione di più lungo periodo ad un livello coerente con tale obiettivo”.

Ricordiamo che l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed, ovvero l’indice di spesa per consumi personali di base, è attualmente pari all’1,9%, mentre il tasso principale che include i prezzi di energia e alimentari è al 2%. I funzionari della Fed hanno descritto le pressioni salariali come “moderate”, anche se hanno altresì notato come vi sia stata una maggiore pressione nel settore industriale, in cui l’offerta di manodopera è in aumento.

Complessivamente, i funzionari della Fed hanno interpretato l’inflazione del 2% come un livello che può sostenere la crescita economica senza esercitare troppe pressioni al rialzo sui prezzi. Dopo sette anni di mantenimento del suo tasso di interesse di riferimento vicino allo zero, il FOMC ha iniziato ad aumentare i tassi a dicembre 2015, con l’attuale intervallo di riferimento dall’1,5 percento all’1,75 percento.

Sull’economia, i membri della commissione hanno invece affermato come le proprie opinioni siano cambiate ben poco, con attese di continui progressi, nonostante alcuni segnali di attenuazione nel primo trimestre. C’è stata comunque preoccupazione espressa su questioni commerciali e fiscali, con “preoccupazione per i possibili effetti negativi delle tariffe e delle restrizioni commerciali”.

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