Guerra commerciale sempre più intensa, i mercati cedono terreno

Azioni in calo, dollaro in aumento e materie prime incerte: è questo quanto accaduto nella giornata di ieri, caratterizzata dall’acuirsi delle tensioni all’interno della crescente guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Per quanto concerne i mercati azionari, si noti come l’indice S & P 500 ha chiuso il rally più lungo da un mese a questa parte dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato che avrebbe inasprito le tariffe su altri 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi. Di contro, la Cina non ha potuto far altro che rispondere a tono, promettendo “vendette”: i metalli hanno sopportato faticosamente una reazione nelle materie prime, ben attesa: rame, nichel e zinco hanno perso terreno.

Le azioni maggiormente sensibili al commercio internazionale hanno inoltre condotto una flessione non sottovalutabile, con Caterpillar e Boeing che hanno subito un vero e proprio crollo, come peraltro accauto a Freeport-McMoRan Inc. e Deere & Co. Le azioni dei mercati emergenti sono diminuite mediamente di oltre l’1%, mentre sulle commodity il greggio è calato a 72 dollari al barile a New York.

Sul Forex, dollaro in aumento ai massimi da una settimana a questa parte, mentre i rendimenti dei Treasury a 10 anni sono cresciuti dopo che i prezzi all’ingrosso degli Stati Uniti sono saliti a giugno di un ritmo massimo per gli ultimi sei anni.

“Con le notizie tariffarie che si muovono ancora una volta in modo prioritario, la reazione del mercato ha sottolineato l’incertezza globale degli impatti delle tariffe sull’economia e sulla redditività aziendale”, ha affermato Ernie Cecilia, Chief Investment Officer di Bryn Mawr Trust Co. “Evidenzia inoltre chiaramente che i movimenti di mercato a breve termine, a livello di indice, sono trainati più dai titoli che dagli altri asset” – ha prosguito.

Insomma, la nuova tappa della guerra commerciale ha infranto la calma momentanea nei mercati, vissuta negli ultimi giorni, e che aveva consentito agli investitori di concentrarsi sui guadagni. La crescita economica aveva spinto l’S & P 500 alla chiusura più alta da febbraio ad oggi. Cosa accadrà, ora?

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