Elezioni di metà mandato USA, Goldman Sachs fa il punto della situazione

Come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare sul nostro sito, le elezioni statunitensi di metà mandato hanno portato a una spaccatura nel Congresso. Come da attese, i Democratici si sono ripresi il controllo della Camera dei Rappresentanti, mentre i Repubblicani hanno mantenuto la maggioranza in Senato. Il fatto che i mercati fossero ampiamente preparati a questo risultato, ha fatto sorgere una limitata volatilità di mercato e, nella sessione di ieri, qualche buona accelerazione.

Naturalmente, ora bisognerà cercare di capire che cosa avverrà sui mercati finanziari: vediamo insieme che cosa ne pensa Goldman Sachs.

Fondamentali sono più importanti della politica

La prima cosa che viene sottolineata da Goldman Sachs è che i mercati finanziari hanno maggiore interesse ai fondamentali e alla politica economica, piuttosto che alla politica vera e propria. In tal senso, il risultato delle elezioni di metà mandato non dovrebbe certo rappresentare un’eccezione, visto che un governo non coeso potrebbe avere un impatto maggiore sul sentiment politico rispetto alla performance di mercato.

Tornando ai fondamentali che – come abbiamo visto – rappresentano il vero perno dell’interesse dei mercati finanziari, la crescita economica degli Stati Uniti rimane evidentemente su solide basi e, finora, gli ultimi risultati trimestrali presentati dalle aziende del Paese sono stati solidi, grazie a una forte crescita degli utili e dal fatto che questi abbiano superato le aspettative degli analisti, già al di sopra della media storica.

È anche vero che il mercato ha dimostrato di essere anche piuttosto “crudele”, accanendosi nei confronti di quelle aziende che non sono riuscite ad ottenere i risultati sperati. Di contro, non è sembrato premiare con veemenza le aziende che invece hanno battuto le attese. Tutto ciò potrebbe essere un chiaro segnale di come gli investitori stiano già guardando al 2019, esercizio in cui è prevista una riduzione dell’ondata positiva della politica fiscale e un aumento della pressione sui margini di profitto delle imprese legata alle tariffe all’importazione.

Cosa cambia nella politica fiscale

Passando ai potenziali cambiamenti nella politica fiscale, è logico immaginare che ora che i democratici hanno ottenuto il controllo della Camera dei Rappresentanti, vi possano essere più limitati cambiamenti per la politica fiscale. Il governo non più coeso potrebbe portare a uno stallo politico, riducendo la probabilità di ulteriori stimoli fiscali negli Stati Uniti.

Quanto sopra dovrebbe poi condurre i mercati finanziari a rimanere concentrati sul potenziale di rallentamento dell’economia statunitense nel 2019: un rallentamento che però per Goldman Sachs i mercati hanno già inglobato almeno in buona parte, creando così un potenziale di crescita per gli asset di rischio nel caso in cui – non è improbabile – i prossimi dati economici restino forti.

Cosa cambia nella politica commerciale

Qualche cambiamento potrebbe fare la sua comparsa sul fronte della politica commerciale. Per Goldman Sachs è probabile che l’attenzione dell’amministrazione Trump sarà presto concentrata sulla campagna elettorale per le prossime elezioni del 2020. Considerato che il commercio è un settore in cui il presidente Trump può continuare a perseguire il proprio programma attraverso il potere esecutivo, è pur vero che in assegna di nuovi stimoli fiscali l’amministrazione potrebbe essere tentata di allentare le tensioni commerciali per sostenere la crescita economica. Il rischio è che l’elettorato di Trump possa guardare con dispiacere a tutto ciò che sembra contrastare l’America First, esponendo così il Presidente a delle valutazioni molto accorte…

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