Analisi tecnica prezzo petrolio e oro: previsioni e trading system settimana 7-11 gennaio 2019

L’analisi tecnica relativa alle due principali materie prime (oro e petrolio) consente di elaborare previsioni sul possibile andamento delle due commodities. Il periodo di riferimento del presente articolo va dal 7 gennaio all’11 gennaio 2018.

ANALISI TECNICA PETROLIO SETTIMANA 7-11 GENNAIO

Dopo tre mesi di cali quasi ininterrotti, che hanno portato il petrolio nella versione WTI a perdere quasi il 45% del proprio valore, dai top pluriennali di Ottobre a quota 76,90 dollari ai minimi da Giugno 2017 a quota 42,36, è arrivato il forte rimbalzo tecnico così tanto aspettato dai rialzisti. La performance a cinque sedute del WTI, a fronte di un close settimanale a quota 48,31 dollari ( +2,59% ), ha infatti evidenziato un aumento di quasi 9 punti percentuali. Prezzo massimo dell’ ultima ottava che invece ha toccato quota 49,22 dollari, contro un minimo a 44,35 dollari.

LE NOTIZIE PIU’ IMPORTANTI PER IL PREZZO DEL PETROLIO

L’ exploit del prezzo del greggio, oltre ad essere stato una diretta conseguenza del forte ipervenduto di breve, è stato guidato dalla notizie della ripresa delle trattative tra USA e Cina, per trovare un accordo sui dazi che possa far riprendere le relazioni commerciali tra le due potenze economiche mondiali, in modo tale da scongiurare i pericoli di una crisi economica di portata mondiale. Il ministero del commercio cinese ha confermato che membri delle due delegazioni si incontreranno a Pechino il 7 e l’8 Gennaio.

Quotazione Petrolio che ad inizio ottava ha beneficiato del calo della produzione OPEC giornaliera nel mese di Dicembre, scesa di 825 mila barili, di cui -400 mila barili al giorno a carico dell’ Arabia Saudita. Al calo dello scorso mese, appena evidenziato, farà seguito una ulteriore taglio di 870 mila barili giornalieri nel mese in corso. Oltre alla sforbiciata sull’ output, come da recente accordo tra i paesi Opec e non Opec, il prezzo del greggio potrebbe inoltre essere sostenuto anche dal calo dell’ offerta di petrolio iranianio.

Di contro invece, la notizia secondo cui la produzione Russa nel 2018 ha toccato il massimo dai tempi dell’ Unione Sovietica, così come l’ output degli USA ha raggiunto un nuovo picco storico. Aumento della produzione, il mese scorso, anche per l’ Iraq.

I DATI SULLE SCORTE SETTIMANALI DI PETROLIO USA

L’ascesa del prezzo del petrolio è stata parzialmente frenata dal dato inferiore alle attese relativo alle scorte di greggio Made in USA, che nella settimana terminata il 28 Dicembre, secondo le stime dell’ EIA ( Energy Information Administration ) sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto al saldo dell’ ottava precedente. Le attese degli analisti erano per un calo di circa 2,4 milioni di barili. In crescita, invece, le scorte di benzina, in forte aumento, pari a +6,9 milioni di unità, contro una crescita di 1,8 milioni di unità pronosticata dagli analisti.

In netto aumento anche gli stock di distillati, lievitati di ben 9,5 milioni di barili, a dispetto di una variazione pari a +1,8 milioni di barili stimata dagli analisti. Il consueto report diffuso con un giorno d’ anticipo dall’ American Petroleum Institute ( Api ), sempre per la settimana al 28 Dicembre, aveva invece mostrato scorte di greggio in salita di 4,5 milioni di barili e scorte di benzina in aumento di 8,0 milioni di unità.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SUL PETROLIO

Prima settimana del 2019 col botto per il nostro sistema operativo con sottostante il WTI, che ha preso profitto su tutti i target price pronosticati dalla strategia Long ( 7 su 7 ), pertanto sia nella versione Intraday che Over. Chiusa su 2 dei 3 target price pronosticati, anche la strategia short speculativa.

Lo scenario rialzista suggerisce di aprire posizioni Long nel caso in cui si registri un close orario maggiore di 48,53 $; Target Price attesi in area 48,80 e 49,29 dollari; Stop Loss nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 48,05 $. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 49,29 $, per sfruttare possibili allunghi fino a 49,59 e 50,09 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 48,53 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora Long sulla forza, in caso di break-out rialzista di 50,09 $ confermato in chiusura oraria, per accompagnare gli acquisti fino a 50,40 e 50,90 dollari, estesi a 51,41 $; Stop Loss in caso di ritorno sotto 49,29 $ in chiusura di candela oraria. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 45,32 $, per sfruttare possibili veloci rimbalzi in area 45,78 e 46,24 dollari, estesi a 46,53 $, Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 44,87 $.

Lo scenario ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 48,05 $, per sfruttare eventuali discese in 47,76 e 47,29 dollari; Stop Loss in caso di ritorno oltre 48,53 $ in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera inferiore a 47,29 $, per anticipare possibili cali fino a 46,99 e 46,53 dollari; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 47,76 $. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione in vendita dovesse spingersi sotto 46,53 $ in chiusura di candela oraria, per accompagnare le vendite fino a quota 46,24 e 45,78 dollari, estese a 45,32 $; Stop Loss in caso di ritorno oltre 46,99 $ in close orario. Suggeriti Short Speculativi in caso di allungo in area 51,41 $, per cercare di sfruttare eventuali pull-back di prezzo in area 50,90 e 50,40 dollari, esteso a 50,09 $; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria oltre quota 52 $.

ANALISI TECNICA ORO SETTIMANA 7 – 11 GENNAIO

Di seguito l’analisi tecnica sul possibile andamento del prezzo dell’oro nella settimana dal 7 gennaio all’11 gennaio 2019.

L’ORO SI RIPORTA IN AREA 1.300 DOLLARI PER LA PRIMA VOLTA DA GIUGNO 2018 POI VIENE GIU’ DOPO FORTE DATO NON-FARM PAYROLLS USA DICEMBRE

Settimana ricca di spunti tecnici per la quotazione oro, che dopo sei mesi e mezzo si sono riaffacciate per la prima volta in area 1.300 dollari. Il prezzo del metallo giallo, tuttavia, dopo un massimo intraday a quota 1.300,35 dollari ha invertito rotta, chiudendo l’ ottava a quota 1.286,65 dollari ( -0,63% ). Il bilancio della prima settimana del 2019 è terminato con un progresso di quasi lo 0,30%. Difficilmente, un’area così importante sotto l’aspetto tecnico, come i 1.300 dollari, sarebbe potuta essere violata in prima battuta.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER LE QUOTAZIONI DELL’ ORO

Oro frenato a fine ottava dalla forza evidenziata dal mercato del lavoro statunitense attraverso la lettura delle cosiddette Non-Farm Payrolls relative al mese di Dicembre. Lo scorso mese, infatti, saldo delle nuove buste paga nei settori non agricoli statunitensi è balzato a +312 mila unità, in netta crescita rispetto alle +176 mila unità, a loro volta riviste al rialzo dalle +155 mila unità della prima stima di Novembre. Decisamente battute anche le attese degli analisti, che invece avevano pronosticato un aumento più moderato, pari a +184 mila unità.

Le lettura delle NFP appena evidenziata ha inoltre superato le aspettative sul sentiment del mercato del lavoro, anticipato dal report ADP, che con qualche giorno d’anticipo, come di consueto, aveva indicato nuovi occupati in crescita nei settori privati per +271 mila unità. La suddetta stima prende il nome dalla società Automatic Data processing ( ADP ), un’ azienda che fornisce supporto alle amministrazioni USA e che gestisce risorse umane. Il report ADP, dal 2001, in collaborazione con Moody’ s Analytics, elabora i dati delle buste paga del 20% degli occupati nei settori non agricoli statunitensi.

Incoraggiante anche il ritorno alla crescita dei salari medi orari, aumentati dello 0,4% su base mensile, pertanto in ascesa dal +0,2% della precedente rivelazione di Novembre. Battute anche in questo caso le indicazioni degli analisti, che non si spingevano oltre il +0,3%. Su base annua, invece, i compensi orari sono aumentati del 3,2% dal 3,1% di Novembre, mentre gli analisti si aspettavano una crescita del 3%.

Inaspettata, invece, la risalita del tasso di disoccupazione, che sempre a Dicembre si è assestato al 3,9%, in crescita dal 3,7% della precedente rivelazione mensile, la più bassa degli ultimi 48 anni.

A risollevare le sorti dei mercati azionari e pertanto frenare gli acquisti sui beni rifugio, come l’ oro, hanno inoltre contribuito le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, il quale ha affermato che nonostante l’ andamento dell’ economia a stelle e strisce sia solido, la FED monitorerà con attenzione gli eventuali rischi al ribasso che i mercati stanno prezzando. Powell, intervenendo all’ American Economic Association ha aggiunto che anche se l’ istituto centrale USA si muove su un percorso prestabilito nell’ambito dei tassi d’ interesse è sempre pronta a cambiare il passo e a farlo anche in modo significativo qualora si rendesse necessario.

Oro che nella parte centrale della scorsa ottava era stato sostenuto dalla revisione al ribasso dell’ indice PMI manifatturiero USA di Dicembre, che nella lettura finale si è assestato a 53,8 punti dai 53,9 punti della stima preliminare, nonché corrispondenti anche al valore di Novembre. La lettura diffusa del Purchasing Managers Index diffusa da Markit ha inoltre espresso il valore più basso da Settembre 2017.

Migliore delle attese, invece, la rivelazione finale dell’ indice PMI servizi, che sempre nel mese di Dicembre si è portato a 54,4 punti, assestandosi oltre il 53,4 punti della stima flash e del consensus degli analisti. L’ indicatore Composito ( Manifattura più Servizi), nella lettura definitiva dello scorso mese, ha invece evidenziato un risultato pari a 54,4 punti, elevandosi sopra i 53,6 punti della lettura preliminare.

Prezzo dell’ oro che ha inoltre beneficiato della pessima lettura dell’ indice ISM manifatturiero del mese di Dicembre. Secondo quanto reso noto dal report elaborato dall’Institute for Supply Management, il suddetto indicatore, nel periodo in esame, si è assestato a 54,1 punti, in netto calo dai 59,3 punti della precedente stima mensile. Il consensus medio degli analisti, invece, era per una minor flessione, a 57,5 punti. L’ indice ISM manifatturiero, tuttavia, si trova ancora ben al di sopra della soglia dei 50 punti, che indica espansione. Da ulteriori dettagli rilasciati dall’istituto si è inoltre appreso che l’ indicatore ISM relativo ai prezzi pagati, sempre a Dicembre, ha subito una contrazione a 54,9 punti dai 60,7 punti di Novembre, mentre le attese erano per un calo più modesto, a 57,7 punti. Questo ultimo indicatore rileva il sentiment sul business manifatturiero attraverso le previsioni su eventuali futuri aumenti dei prezzi. Un valore del suddetto indice in crescita indica forti aspettative d’ inflazione.

Secondo la consueta stima diffusa dal Dipartimento per il Lavoro, il saldo delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione negli USA, nella settimana che si è conclusa il 29 Dicembre, si è assestato a 231mila unità, in aumento di 10 mila unità rispetto alle 221 mila unità dell’ ottava precedente, a sua volta riviste al rialzo dalle 216 mila unità della rivelazione flash. La media mensile, indicatore più preciso sull’ andamento della disoccupazione, in quanto meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali, si è invece assestata a 218.750 unità, in calo di 500 unità rispetto all’ ottava precedente. Il numero totale dei richiedenti indennizzo, al 22 Dicembre, invece, è salito a 1,740 milioni di unità, in crescita da 1,708 milioni di unità della precedente stima, rivista da 1,701 milioni di unità della prima lettura. Le attese degli analisti, invece, erano per un calo a 1,690 milioni di unità.

La Mortgage Bankers Associations ( MBA ) ha reso noto che nell’ ottava terminata il 28 Dicembre, il saldo sulle richieste di nuovi mutui ipotecari ha fatto registrare una contrazione dell’ 8,5%, dando seguito al calo del 5,8% registrato la scorsa settimana. Giù anche l’ indicatore relativo alle richieste di rifinanziamento, in flessione del 12,29%.

La settimana è terminata inoltre con un clima più distensivo per quanto riguarda i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina, con i rappresentanti della due superpotenze che si incontreranno il 7 e l’ 8 Gennaio a Pechino.

QUADRO GRAFICO DELL’ORO SUL BREVE-MEDIO PERIODO E MEDIO-LUNGO PERIODO

Sotto l’aspetto tecnico, l’ andamento dei prezzi dell’ oro nel 2018 era stato principalmente caratterizzato dalla mancata rottura della forte area di resistenza di medio-lungo periodo individuata in area 1.360-1.370 dollari, che lentamente aveva spinto le quotazioni alla base di partenza, ripiegando inesorabilmente, prima in area 1.300 dollari e successivamente scendendo sul supporto di medio periodo che passava in area 1.290-1.280 dollari. La discesa settimanale al di sotto dell’ importante supporto individuato in area 1.220 dollari aveva innescato ulteriori affondi sui minimi da Gennaio, in area 1.160 dollari, con step intermedio in area 1.200 dollari; nonché importante supporto di lunghissimo periodo, sotto il quale il prezioso metallo giallo avrebbe corso il pericolo di scivolare nuovamente a 1.120 dollari.

Sul breve periodo, lo stabile recupero di area 1.220 dollari, accompagnato dal ritorno in area 1.250 dollari, invece, ha allentato la pressione ribassista, favorendo il ritorno in un primo momento verso area 1.270-1.280 dollari e successivamente sui recenti massimi in area 1.300 dollari. Lo scenario rialzista, sul medio-lungo periodo, tuttavia, si rafforzerà soltanto in caso di deciso break-out della forte resistenza in area 1.360-1.370, attivando obiettivi di lungo periodo posti in area 1.400 – 1.450 dollari, mentre il sentiment di brevissimo potrebbe ritornare in fase neutrale soltanto in caso di ritorno oltre area 1.280-1.250 dollari. Con i mercati azionari globali che lasciano intravedere segnali di debolezza, il deciso turn-over verso un asset storicamente difensivo come l’ oro, sul lungo periodo, potrebbe non essere lontano.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SULL’ ORO

Ottimo il bilancio settimanale del nostro trading system con sottostante l’ oro che ha preso profitto su 6 dei 7 target price pronosticati dalla strategia rialzista : 2 nella versione intraday e 4 nella versione Over.

La strategia Long prevede l’ apertura di posizioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1.290,30 $ e prevede i primi due obiettivi a 1.293,35 e 1.298,30 dollari, Stop Loss in caso di close orario minore di 1.285,40 dollari. Mantenere le operazioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera oltre 1.298,30 $, per sfruttare possibili allunghi in area 1.303,25 e 1.311,30 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1.290,30 $ in chiusura di candela giornaliera. Long sulla forza in caso di rottura della resistenza a 1.311,30 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di assecondare il movimento rialzista fino a 1.316,30 e 1.324,45 dollari, esteso a 1.329,50 $; Stop Loss in caso di perdita di 1.298,30 $ in chiusura giornaliera. Long speculativi in caso di affondo in area 1.253,95 $ per sfruttare possibili rimbalzi in area 1.261,75 e 1.269,60 dollari, estesi a 1.272,60 $; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1.245 $ in chiusura di candela giornaliera.

La strategia Short, invece, suggerisce di aprire posizioni al ribasso nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1.285,40 $; Target Price previsti a 1.280,50 e 1.277,45 dollari, Stop Loss in caso di close orario maggiore di 1.290,30 $. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 1.277,45 $, per cercare di anticipare possibili cali in area 1.272,60 e 1.269,60 dollari; Stop Loss; in caso di ritorno sopra 1.286,65 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione ribassista dovesse spingersi anche sotto quota 1.269,60 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di ricoprirsi a 1.264,75 e 1.261,75 dollari, ed in caso di ulteriori discese a 1.253,95 $; Stop loss in caso di ritorno sopra 1.280,50 $ in chiusura di candela giornaliera. Short Speculativi in caso di allunghi in area 1.329,50 $, per cercare di sfruttare probabili pull-back in area 1.324,45 e 1.316,30 dollari, estesi a 1.311,30 $; Stop Loss nel caso in cui il movimento rialzista dovesse estendersi oltre 1.343 $ in chiusura giornaliera.

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