Materie prime: crollo prezzi litio e cobalto è segnale anche per (alcune) azioni

Un piccolo terremoto ha interessato il settore delle materie prime che non è formato solo dall’oro o dal petrolio ma anche da una serie commodities meno note ma comunque molto seguite da alcune precise categorie di investitori. A fare scalpole è stato il crollo dei prezzi del litio e del cobalto, due materiali che, per loro natura, trovano un impiego molto esteso nel settore della produzione di auto elettriche. Il crollo delle quotazioni di litio e cobalto è maturato come una improvvisa inversione di tendenza che in pochi si sarebbero attesi. In pratica mentre fino a circa un anno fa prezzi di litio e cobalto erano in forte ascesa a causa delle ottimistiche previsioni sull’andamento della domanda, a partire da un certo punto in poi non solo la crescita si è bloccata ma i prezzi delle due materie prime sono andati a picco. Ora questa inversione di tendenza va ben al di là di un repentino cambio di direzione. A cambiare, infatti, è stata proprio la percezione delle possibilità di uso che le due materie prime potrebbero avere nel futuro. Nella fase di crescita dei prezzi, la convinzione delgli analisti era la seguente: a causa dello sviluppo del settore dell’auto elettrica, la domanda di litio e cobalto sarebbe crescita e, a fronte di una strutturale scarsità di queste materie prime, ci sarebbe stato un inevitabile aumento dei prezzi. Questo paradigma è stato a tal punto smetito dalle ultime stime sull’andamento della crescita del settore dell’auto elettrica che oggi la scarsità di litio e cobalto non è più avvertita come un problema. 

I numeri che quantificano il crollo delle due materie prime sono quasi incredibili. Il prezzo del cobalto oggi è pari a meno di terzo dei 100mila dollari per tonnellata di aprile 2018. Dallo scorso novembre fino ad oggi la quotazione del cobaldo ha perso circa il 40 per cento del suo valore e il trend ribassista potrebbe ancora proseguire. Se il prezzo del cobalto piange quello del litio non ride visto e considerato che anche questa materia prima è precipitata ai livelli minimi degli ultimi tre anni. 

Pensare ad una correzione rispetto al consolidato andamento negativo non è una forzatura. Le nuove stime sullo sviluppo dell’auto elettrica sono molto meno entusiasmanti rispetto a quelle di alcuni anni fa. Il problema è che è oggi è cresciuta la conspevolezza secondo cui il comparto delle auto elettriche registrerà si un aumento ma senza quelle crescite esponenziali che avrebbero messo a dura prova le riserve di litio e cobalto. Tra l’altro il crollo dei prezzi delle due materie prime è anche un segnale per quelle azioni che fanno riferimento a società attive nella costruzione di auto elettriche. 

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