Consueto appuntamento settimanale di Borsainside con l’analisi tecnica sul prezzo del petrolio e dell’oro. Nel seguente report esamineremo le previsioni sul possibile andamento della quotazione petrolio e oro per la settimana dall’11 al 15 marzo. 

ANALISI TECNICA PREZZO PETROLIO SETTIMANA 11-15 MARZO 2019

Il punto di partenza per elaborare delle previsioni sulla quotazione petrolio per la settimana in corso, è l’andamento del prezzo del greggio nell’Ottava che si è chiusa lo scorso 8 marzo. 

PREZZO DEL WTI INGABBIATO IN AMPIO TRADING RANGE 54,50-57,50 DOLLARI

Il prezzo del petrolio nella versione WTI, pur chiudendo l’ ottava in calo dll’1,11%, a quota 56,03 dollari, archivia l’ intera settimana appena trascorsa facendo registrare un lieve incremento dello 0,4%. Sul brevissimo, le quotazioni rimangono ingabbiate tra la forte area di resistenza in area 57-57,50 dollari e l’ area di sostegno individuata in area 55-54,50 dollari, in virtù di un massimo ed un minimo settimanale rispettivamente pari a 57,19 e 54,52 dollari. Il deciso break-out di uno dei due livelli appena indicati, confermato in chiusura settimanale, potrebbe tracciare l’ andamento del prezzo del greggio sul breve-medio periodo.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’IMPORTANTI PER ILPREZZO DEL PETROLIO

Il rimbalzo delle quotazioni ad inizio ottava era stato supportato dai passi avanti nelle trattative tra Stati Uniti e Cina per raggiungere un accordo sui dazi. Prezzi del greggio che avevano inoltre beneficiato della forte discesa del numero di impianti di trivellazione attivi negli USA, che secondo il rapporto settimanale diffuso da Baker Hughes, diminuendo di 10 unità, portandosi a 843 unità, avevano toccato il livello più basso dallo scorso mese di Maggio.

A sostegno del prezzo del petrolio anche il dietrofront della Russia, che dopo aver reso noto che avrebbe sforato la propria quota di produzione, ha fatto sapere di aver diminuito il proprio output giornaliero di 82 mila barili, portandolo a 11,336 milioni di barili al giorno.

I DATI SULLE SCORTE SETTIMANALI DI PETROLIO USA

Prezzo del greggio giù, invece, dopo che il consueto report elaborato dall’ EIA ( Energy Information Administration ) ha rivelato che gli stock settimanali di greggio statunitense sono aumenti ben oltre le attese, evidenziando un incremento di circa 7,1 milioni di barili, mentre il consensus dava un aumento limitato a +1,3 milioni di barili. In flessione, invece, le scorte di benzina, scese di circa 4,2 milioni di unità, oltre -1,6 milioni di unità atteso dal mercato, mentre le riserve di distillati sono calate di circa 2,4 milioni di unità, a dispetto di un calo più contenuto indicato dagli analisti, pari a -1,4 milioni di unità. Con un giorni di anticipo, l’ API ( American Petroleum Institute ) aveva invece pronosticato riserve di petrolio in aumento di circa 7,3 milioni di barili, pertanto in linea con la stima EIA; scorte di benzina in discesa di 0,4 milioni di unità e stock di distillati giù per circa 3,1 milioni di unità.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SUL PETROLIO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro sistema operativo con sottostante il WTI che ha preso profitto sui 2 target price pronosticati dalla strategia Long Intraday e su 3 obiettivi indicati dalla strategia Short: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.

Lo scenario rialzista suggerisce di aprire posizioni Long nel caso in cui si registri un close orario maggiore di 56,46$; Target Price attesi in area 56,80 e 57,02 dollari; Stop Loss nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 55,90 $. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 57,02 $, per sfruttare possibili allunghi fino a 57,25 e 57,59 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 56,46 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora Long sulla forza, in caso di break-out rialzista di 57,59 $ confermato in chiusura oraria, per accompagnare gli acquisti fino a 57,94 e 58,52 dollari, estesi a 59,10 $; Stop Loss in caso di ritorno sotto 56,80 $ in chiusura di candela oraria. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 53,25 $, per sfruttare possibili veloci rimbalzi in area 53,78 e 54,11 dollari, estesi a 54,78 $; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 52,70 $.

Lo scenario ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 55,90 $, per sfruttare eventuali discese in 55,55 e 54,99 dollari; Stop Loss in caso di ritorno oltre 56,46 $ in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera inferiore a 54,99 $, per anticipare possibili cali fino a 54,78 e 54,45 dollari; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 55,55 $. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione in vendita dovesse spingersi sotto 54,45 $ in chiusura di candela oraria, per accompagnare le vendite fino a quota 54,11 e 53,78 dollari, estese a 53,25 $; Stop Loss in caso di ritorno oltre 54,99 $ in close orario. Suggeriti Short Speculativi in caso di allungo in area 59,10 $, per cercare di sfruttare eventuali pull-back di prezzo in area 58,52 e 57,94 dollari, estesi a 57,99 $; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria oltre quota 60,07 $.

ANALISI TECNICA PREZZO ORO SETTIMANA 11-15 MARZO 2019

Di seguito l’analisi tecnica sul prezzo dell’oro per la settimana dall’11 al 15 marzo 2019.

ORO SOTTO AREA 1.300 DOLLARI PER LA SECONDA SETTIMANA CONSECUTIVA

Seconda chiusura settimanale sotto area 1.300 dollari per la quotazione oro, che ha terminato gli scambi di Venerdì 8 Marzo a quota 1.298,75 dollari, ma tuttavia in risalita dal minimo a 5 sedute toccato a quota 1.280,80 dollari, nonché prezzo più basso delle ultime 7 settimane. Il bilancio quasi piatto rispetto alla chiusura dell’ottava precedente ( 1.299,20 dollari ).

LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’RILEVANTI PER LE QUOTAZIONI DELL’ ORO

Oro in ripresa dai minimi dopo il netto rallentamento dei nuovi occupati nel settore non agricolo statunitense nel mese di Febbraio. Il saldo delle cosiddette Non Farm Payrolls , lo scorso mese, si è infatti assestato a +20 mila unità, crollando rispetto alle +311 mila unità della precedente stima di Gennaio, a sua volta rivista al rialzo dalle +304 mila unità della prima comunicazione. Deluse le attese degli analisti, che invece avevano pronosticato una frenata più contenuta, pari a +180 mila unità. Sotto le attese anche la lettura relativa al salario medio orario, in crescita dello 0,1% su base mensile, rallentando rispetto al +0,4% di Gennaio. Il consensus, invece, dava un incremento dello 0,3%. Su base annua, il compenso medio orario ha evidenziato un incremento del 3,2% ( come da attese ), ma in lieve frenata dal +3,3% della stima mensile precedente ( corretta da +3,2% ).

Il Dipartimento per il Lavoro ha infine reso noto che il tasso di disoccupazione è sceso al 3,8% contro il 4% di Gennaio.

Come consueto, la lettura della NFP è stata anticipata dalla lettura ADP relativa ai nuovi occupati nei settori privati USA. La stima elaborata da Automatic Data Processing ( ADP ), il gruppo statunitense che fornisce servizi di amministrazione e gestione risorse umane in tutto il mondo, sempre a Febbraio, ha rivelato un incremento di 183 mila unità, in calo dalle +213 mila unità della stima finale di Gennaio e leggermente sotto l’ incremento di +190 mila unità attese dagli analisti. Il dato ADP copre il 20% delle buste paga nei settori privati non agricoli statunitensi, su un campione di circa 500 mila aziende.

L’ottava macro negli USA si è avviata con la lettura migliore delle attese dell’ indice ISM non Manifatturiero di febbraio, salito a 64,7 punti da 59,7 punti della precedente stima mensile. Le attese degli analisti, invece, erano per un lieve miglioramento, a 59,9 punti.

Segno meno per le spese per le costruzioni nel mese di Dicembre, in calo dello 0,6% su base mensile, mentre in consensus medio si aspettava un incremento dello 0,2%. La suddetta lettura, sull’ intero 2018, ha invece rivelato un aumento del 4,1%, il più basso dal 2011. Deciso rallentamento anche per le spese nell’edilizia residenziale privata, in aumento del 3,3% rispetto al 2017, ma tuttavia si è trattata della più bassa variazione positiva dopo il +10% fatto registrare consecutivamente negli ultimi sei anni.

Sono invece aumentate le vendite di case nuove nel mese di Dicembre, che hanno evidenziato un incremento mensile del 3,7%, frenando tuttavia rispetto al +9,1% della lettura di Dicembre ( rivisto al ribasso da +16,9% della prima comunicazione ). Battute le attese del mercato, che invece davano un calo dell’ 8,7%.

A Gennaio i permessi edilizi negli USA hanno fatto registrare un incremento dell’1,4% su base mensile, in miglioramento rispetto al +0,3% della precedente lettura mensile. Battute le attese degli analisti che invece avevano indicato una contrazione del 2,9%. Sempre a Gennaio, le nuove costruzioni abitative sono aumentate del 18,6%, in netta ripresa rispetto al -14% della precedente lettura mensile. Anche in questo caso sono state superate le attese degli analisti, che indicavano un rialzo più modesto, pari a +10,9%.

La Mortgage Bankers Association ( MBA ) ha reso noto che nell’ ottava terminata l’1 Marzo, il saldo delle nuove richieste di mutui ipotecari ha evidenziato un calo del 2,5%, in controtendenza rispetto al +5,3% della precedente stima mensile. L’ indicatore che rileva le richieste di rifinanziamento ha invece evidenziato una flessione del 2,02%, mentre le nuove domande hanno subito una contrazione del 2,63%. I tassi sui mutui trentennali si sono invece assestati al 4,67%, in lieve rialzo, dal 4,65% della precedente lettura.

La stima finale dell’ indice PMI Servizi USA di Febbraio si è invece assestata a 56 punti, in lieve flessione rispetto ai 56,2 punti della stima flash, ma tuttavia in decisa ascesa rispetto ai 54,2 punti di Gennaio. Lievemente sotto i pronostici anche il Purchasing Managers Index Composite, che oltre alla lettura PMI relativa al settore Servizi, tenendo conto anche della variazione del PMI Manifatturiero, si è assestato a 55,5 punti, contro i 55,8 punti attesi e della precedente rivelazione mensile.

Si allarga il rosso della bilancia commerciale statunitense, nel mese di Dicembre, in crescita del 18,8% a -59,8 miliardi di dollari, nonostante l’aumento dei dazi sulle importazioni messi in atti dall’ amministrazione Trump. A Novembre il deficit si era assestato a-50,3 miliardi di dollari. Lettura inferiore anche al disavanzo pari a -57,9 miliardi di dollari pronosticato dagli analisti. La bilancia commerciale relativa a tutti i 12 mesi del 2018 ha invece mostrato un allargamento del deficit di ben 552,3 miliardi di dollari, rispetto al risultato dell’ intero 2017, facendo registrare il peggior risultato degli ultimi 10 anni.

La Fedral Reserve ha invece reso noto che il Beige Book, un indicatore che rileva l’andamento nei principali distretti statunitensi nelle ultime 8 settimane, ha evidenziato un leggero incremento del tasso di crescita, in 10 dei 12 distretti sotto esame, mentre in 2 distretti è stata rilevata una crescita piatta. Dai dettagli emersi tra le righe del Beige Book è inoltre venuta alla luce una moderata pressione rialzista sui prezzi, causata dai dazi doganali; ma anche un lieve rafforzamento della fiducia delle aziende manifatturiere, grazie ai minori timori per il rallentamento economico globale. In molti distretti è stato inoltre rilevato un rallentamento delle vendite al dettaglio quale effetto delle pessime condizioni metereologiche.

Il saldo settimanale delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nell’ ottava terminata il 2 Marzo, è sceso a +223 mila unità dalle +226 mila unità della precedente lettura ( corretta da +225 mila unità della stima flash ). I pronostici degli analisti indicavano un risultato pari a +225 mila unità. La media mobile mensile, indicatore meno volatile rispetto alle singole rivelazioni settimanali, ha invece subito un calo di 3 mila unità, assestandosi a 226.250 unità. Le richieste continuative di sussidio sono invece calate a 1,755 milioni di unità in discesa di 50 mila unità rispetto alla precedente ottava.

QUADRO GRAFICO DELL’ORO SUL BREVE-MEDIO PERIODO E MEDIO-LUNGO PERIODO

Le quotazioni dell’ oro rimangono sotto area 1.300 dollari, mettendo nuovamente in discussione il quadro grafico di breve-medio periodo. L’ andamento dei prezzi dell’ oro nel 2018 era stato principalmente caratterizzato dalla mancata rottura della forte area di resistenza di medio-lungo periodo individuata in area 1.360-1.370 dollari, che lentamente aveva spinto le quotazioni alla base di partenza, ripiegando inesorabilmente, prima in area 1.300 dollari e successivamente scendendo sul supporto di medio periodo che passava in area 1.290-1.280 dollari.

La discesa settimanale al di sotto dell’ importante supporto individuato in area 1.220 dollari aveva innescato ulteriori affondi sui minimi da Gennaio, in area 1.160 dollari, con step intermedio in area 1.200 dollari; nonché importante supporto di lunghissimo periodo, sotto il quale il prezioso metallo giallo avrebbe corso il pericolo di scivolare nuovamente a 1.120 dollari. Sul breve periodo, lo stabile recupero di area 1.220 dollari, accompagnato dal ritorno in area 1.250 dollari, invece, ha allentato la pressione ribassista, favorendo il ritorno in un primo momento verso area 1.330 dollari e successivamente sui recenti massimi in area 1.350 dollari. Lo scenario rialzista, sul medio-lungo periodo, tuttavia, si rafforzerà soltanto in caso di deciso break-out della forte resistenza in area 1.360-1.370, attivando obiettivi di lungo periodo posti in area 1.400 – 1.450 dollari, mentre il sentiment di brevissimo potrebbe ritornare in fase neutrale soltanto in caso di ritorno oltre area 1.280-1.250 dollari. Con i mercati azionari globali che lasciano intravedere segnali di debolezza, il deciso turn-over verso un asset storicamente difensivo come l’ oro, sul lungo periodo, potrebbe non essere lontano.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SULL’ ORO

Buono il bilancio settimanale realizzato dal nostro trading system con sottostante l’ oro, che ha preso profitto su tutti 3 target price pronosticati dalla strategia ribassista: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.

La strategia rialzista prevede l’ apertura di posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1.301,60 $ e prevede i primi due obiettivi a 1.306,85 e 1.309,85 dollari, Stop Loss in caso di close orario minore di 1.293,60 dollari. Mantenere le operazioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera oltre 1.309,85 $, per sfruttare possibili allunghi in area 1.311,50 e 1.314,65 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1.301,30 $ in chiusura di candela giornaliera. Long sulla forza in caso di rottura della resistenza a 1.314,65 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di assecondare il movimento rialzista fino a 1.319,65 e 1.324,65 dollari, esteso a 1.332,90 $; Stop Loss in caso di perdita di 1.306,85 $ in chiusura giornaliera. Long speculativi in caso di affondo in area 1.260,10 $ per sfruttare possibili rimbalzi in area 1.264,95 e 1.272,80 dollari, estesi a 1.285,60 $; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1.247,50 $ in chiusura di candela giornaliera.

La strategia ribassista, invece, suggerisce di aprire posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1.293,60 $; Target Price previsti a 1.290,55 e 1.285,60 dollari, Stop Loss in caso di close orario maggiore di 1.301,60 $. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 1.285,60 $, per cercare di anticipare possibili cali in area 1.280,70 e 1.272,80 dollari; stop Loss in caso di ritorno sopra 1.293,60 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione ribassista dovesse spingersi anche sotto quota 1.272,80 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di ricoprirsi a 1.267,95 e 1.264,95 dollari, ed in caso di ulteriori discese a 1.260,10 $; Stop loss in caso di ritorno sopra 1.285,60 $ in chiusura di candela giornaliera. Short Speculativi in caso di allunghi in area 1.332,90 $, per cercare di sfruttare probabili pull-back in area 1.324,65 e 1.319,65 dollari, estesi a 1.306,85 $; Stop Loss nel caso in cui il movimento rialzista dovesse estendersi oltre 1.346,25 $ in chiusura giornaliera.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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