Investire nelle azioni USA conviene anche se l’inflazione cresce?

Conviene investire nelle azioni USA in questo contesto di inflazione crescente? Con l’inflazione più elevata, attesa nel breve periodo, è corretto puntare sul mercato azionario statunitense?

A domandarselo sono gli esperti di T. Rowe Price che, con una nota a cura di Ritu Vohora, Portfolio Specialist, Capital Markets, fanno il punto su come muoversi in tale situazione non certo agevole da districare.

Il mercato del lavoro continuerà a esercitare la principale influenza

Secondo la nota di T. Rowe Price, il principale elemento di influenza non potrà che essere ancora rappresentato dal mercato del lavoro. La crescita dei salari – si legge nella nota – potrebbe essere un fenomeno più permanente che transitorio.

Nei settori a basso reddito vi è d’altronde carenza di manodopera, valutato che gli assegni governativi rappresentano una fonte di reddito maggiore, tale da disincentivare il ritorno al lavoro. Il 70% del PIL degli Stati Uniti arriva dai consumatori e – dunque – un moderato aumento dei salari dovrebbe essere una buona notizia per l’economia.

In compenso, alcune forze deflazionistiche di lungo periodo, come globalizzazione, tecnologia, sviluppo demografico, dovrebbero tenere sotto controllo l’inflazione. Stiamo raggiungendo il picco degli effetti di base, quindi le aspettative sull’inflazione dovrebbero iniziare a scendere – si legge nella nota.

Le valutazioni sul mercato azionario USA

Alle valutazioni di cui sopra occorre altresì aggiungere che il mercato statunitense è più costoso rispetto al passato e rispetto ad altre aree geografiche, anche a causa degli abbondanti stimoli e dei progressi del programma vaccinale. Questo non significa, però, che ci troviamo in una fase di bolla. In ogni caso, gli esperti di T. Rowe Price suggeriscono agli investitori di prestare attenzione a valutazioni e aspettative.

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Più in generale, gli utili delle società statunitensi hanno stupito al rialzo e, così facendo, la sovraperformance è giustificata. Tuttavia, molte buone notizie sono ormai prezzate nelle aspettative. Dunque, considerato ciò, è probabile che i rendimenti futuri saranno inferiori con dati comparativi più elevati.

Quali sono i settori sopravalutati e sottovalutati

Passando poi all’analisi dei settori sopravalutati e di quelli sottovalutati, alcuni segmenti del settore tech e quelli tematici orientati alla transizionegreen’ sono scambiati su valutazioni elevate. La prossima fase del rally – si legge ancora nella nota – potrebbe essere guidata dai titoli ciclici di alta qualità.

Infine, suggeriscono gli esperti, è ancora possibile trovare valore anche in altri segmenti del mercato che beneficiano del tema della transizione verde. Per esempio, le utility rappresentano un settore di crescita di lungo periodo, fondamentale per sostenere la transizione verso le energie rinnovabili, così come le case automobilistiche più tradizionali che si stanno muovendo sui veicoli elettrici.

Anche le società farmaceutiche hanno valutazioni attraenti e offrono un rendimento discreto, mentre i titoli finanziari conservano valutazioni attraenti e riescono a beneficiare non solamente del contesto reflazionistico con rendimenti più elevati e curve più ripide, ma anche per il fatto che le perdite sui prestiti si stanno rivelando essere più basse delle attese.

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