Quella che si è aperta oggi è una settimana molto calda per quello che riguarda le banche centrali e la politica monetaria. Nel corso dei prossimi giorni, infatti, sono previste le riunioni della Federal Reserve, della Banca Centrale Europea e della Bank of England. Sul tavolo dei banchieri centrali ci sono le indicazioni sulle tempistiche di rialzo dei rispettivi tassi e i piani di tapering. Solitamente i board di dicembre hanno un appeal basso. Quest’anno, però, l’attenzione sulle ultime riunioni dell’anno delle banche centrali è altissima a causa del contesto che è emerso negli ultimi tempi.

Rialzo dell’inflazione (oramai considerata duratura e non più transitoria) e rischi connessi alla variante Omicron del covid19, hanno determinato una forte crescita dell’interesse verso gli ultimi summit annuali delle tre banche centrali

Riunioni FED, BCE e BoE dicembre 2021: quando ci saranno

Prima di analizzare quali sono le previsioni in vista dei tre impotanti appuntamenti di politica monetaria, vediamo cosa prevede il calendario. Il Comitato di politica monetaria (FOMC) della FED si riunirà tra martedì e mercoledì. Nel corso del meeting la banca centrale Usa dovrebbe discutere dell’eventuale accelerazione del tapering. Ricordiamo che la FED a novembre ha iniziato a ridurre gli acquisti per 15 miliardi di dollari al mese. Se questo ritmo dovesse proseguire, il tapering terminerebbe entro la prima metà del 2022.

Spostandoci in Europa, le comunicazioni di dicembre di Banca Centrale Europea e Bank of England, sono attese giovedì prossimo a distanza di appena 45 minuti l’una dall’altra. Gli esiti dei summit potrebbero però essere molto diversi. Londra è alle prese con una nuova ondata di covid che potrebbe impattare sull’effettica capacità di ripresa dell’economia britannica mentre l’Euro Zona non sembra avere una prospettiva precisa sul destino del PEPP. 

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Riunioni BCE, FED e BOE di dicembre 2021: le previsioni 

Cosa attendersi dalle ultime riunioni dell’anno di FED, BCE e BoE? Secondo gli analisti di Link Securities, l’ipotesi più probabile è che la FED possa in qualche modo far intendere una accelerazione del processo di revoca dallo stimolo monetario. Una simile prospettive, hanno aggiunto gli analisti, sarebbe inevitabile dopo che lo stesso presidente Powell ha eliminato l’aggettivo “transitorio” dalla parola “inflazione”. 

Concremente è possibile che la FED riduca i suoi acquisti mensili in modo più rapido di quanto inizialmente previsto con la prospettiva di un rialzo dei tassi di riferimento a partire dall’anno prossimo (il mercato prevede 2 o 3 aumenti del costo del denaro nel corso dell’anno prossimo).

Per quello che invece riguarda le decisioni della BCE e della BoE, gli analisti ritengono che sia più difficile intuire quali possa essere le prospettive. Infatti sia l’EuroTower che la banca centrale britannica, sono alle prese con una situazione di non facile gestione. Da un lato c’è infatti la necessità di dare una stretta alle proprie politiche monetarie con l’obiettivo di provare a contrastare l’inflazione e nella consapevolezza che ciò potrebbe avere impatti negativi visto il nuovo rallentamento delle economie causa Omicron, e dall’altro la tentazione di lasciar correre l’inflazione (e qundi mantenere invariata la politica monetaria) proprio per cercere di migliorare l’andamento dell’economia. Questa seconda alterantiva, secondo gli esperti di Link Secutities, è molto rischiosa poichè, storicamente, un’inflazione molto alta per lungo tempo ha impatto negativo anche sulla ripresa economica (scenario peggiore). 

Scendendo più nel dettaglio, la Lagarde, a suo tempo, ha già anticipato che la riunione BCE di dicembre 2021 avrebbe definito le direttrici fondamentali della politica monetaria futura dell’EuroTowert. Il problema, hanno evidenziato da Link Securities, è che l’arrivo della variante Omicron e le nuove misure di restrizione che molti stati hanno adottato, hanno profondamente cambiato il quadro di riferimento. 

Secondo Mark Holman, CEO di Twentyfour AM, se fare delle previsioni sulle decisioni di FED e BOE è più agevole, molto più difficile è capire cosa potrebbe fare la BCE con i due programmi di allentamento quantitativo attualmente in essere ossia il Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP) e il vecchio programma di acquisto di asset (APP). 

Il quadro delle riunioni di dicembre delle banche centrali è quindi molto incerto e non è escluso che possa generare una volatilità significativa sui mercati. Una situazione che può essere sfruttata facendo trading con broker top come ad esempio eToro. 

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Riunioni FED, BCE e BOE: opinione di Abrdn

Secondo Pietro Baffico, European Economist di abrdn (ex Standard Life Aberdeen), la BCE sarà chiamata a decidere del futuro del Quantitive Easing. L’EuroTower potrebbe continuare a mantenere una posizione da colomba comunicando l’avvio di una fase caratterizzata da maggiore flessibilità negli acquisti di asset ma lasciando invariata a fine marzo 2022 la data di stop del piano pandemico. 

Secondo Baffico è plausibile che il ritmo degli acquisti medi mensili della BCE possa diminuire in modo graduale con il PEPP che terminerà a marzo ma anche con volumi aggiuntivi che vanno oltre gli attuali 20 miliardi netti mensili (programma APP), per un periodo ulteriore di circa 9-12 mesi. In base alle stime di abrdn potrebbe essere decisa l’erogazione di una capacità aggiuntiva fino a 240 miliardi.

Ad ogni modo Baffico si attende che la BCE continui ad avere un atteggiamento da colomba rispetto alle altre banche centrali. Quindi cautela e mantenimento di un buon margine di flessibilità.

Per quello che invece riguarda le mosse della FED, James McCann, vice capo economista di abrdn, si attende che Powell possa annunciare un tapering più rapido rispetto a quello anticipato. 

McCann ritiene che la fine anticipata dal taperig possa aprire la porta ad rialzo tassi di interesse già prima delle attese. Per l’esperto di Abrdn la Federal Reserve potrebbe optare per tre rialzo del costo del denaro nel 2022.  Con il rialzo dei tassi scontato, l’attesa, ha poi aggiunto l’esperto, si potrebbe già spostare su quando la stretta monetaria potrebbe raggiungere il suo apice. Le stime attuali lasciano intendere che la FED possa interrompere il rialzo nel momento in cui i tassi raggiungeranno circa l’1,5 per cento. 

Infine, per quello che riguarda le scelte di politica monetaria della Bank of England,  Luke Bartholomew, Senior Economist di abrdn, si attende che la BoE, anche a causa dell’irruzione della variante Omicron, possa confermare la propria politica. Sarebbe questa una decisione bilanciata alla luce della forte contraddizione esistente tra il ritorno di un alto fattore di rischio e dati sul mercato del lavoro che invece sono molto forti. conflitto tra la gestione del rischio rispetto ai forti dati sul mercato del lavoro.

L’esperto di abrdn no esclude che la BoE possa decidere di avere in mano informazioni sulla reale gravità della variante prima di attuare un inasprimento della politica monetaria nel mese di febbraio.

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