Approccio aggressivo della Federal Reserve per tenere a bada l’incremento dell’inflazione. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio che è partito ieri dalla sala centrale del braccio operativo della Federal Reserve. Fondamentalmente nulla di cui meravigliarsi visto che, già nelle settimane precedenti, dalla FED erano arrivati segnali molto chiari sulla necessità di cambiare approccio monetaria per contrastare l’andamento del costo della vita.
Come hanno giustamente messo in evidenza alcuni analisti, il punto di svolta c’era già stato quando la banca centrale Usa aveva riconosciuto che l’aumento dell’inflazione non poteva più essere considerato transitorio ma era da ritenersi duraturo. E’ stato in quel momento che l’approccio FED alla politica monetaria è mutato. Quando avvenuto ieri, è stato quindi solo una conseguenza attesa della modifica di prospettiva.
Ma concremenate quali sono state le decisioni FED nella riunione di ieri? Vediamo nel dettaglio ricorrrendo ai documenti ufficiali.
Come riportato nel comunicato ufficiale, alla luce dell’andamento dell’inflazione e delle buone indicazioni arrivate dal mercato del lavoro Usa, il comitato esecutivo ha deciso di ridurre il ritmo mensile dei suoi acquisti di attività nette per un importato pari a 30 miliardi al mese contro i 15 miliardi precedenti. A partire dall’anno nuovo il Comitato procederà con acquisti sul mercato di “almeno 60 miliardi di titoli” tra obbligazioni e Mbs.
La spinta sul tapering dovrebbe portare ad una chiusura dell’operazione già a marzo 2022. Questa prospettiva apre la porta ad un possibile intervento sui tassi prima dei tempi stimati. In merito al rialzo dei tassi FED non sono state adottate decisioni concrete, tuttavia le proiezioni mediane pubblicate in appendice al comunicato forniscono interessanti elementi di discussione.
Rialzo tassi FED 2022: quando ci sarà?
Già prima della riunione di dicembre del Fomc della FED era fuori discussione che il 2022 sarebbe stato l’anno del rialzo dei tassi di rirferimento. Dopo il summit di ieri del braccio operativo ci sono nuovi elementi. E’ infatti possibile che nel 2022 ci possano essere 3 possibili aumenti dei tassi d’interesse (0,75 per cento). Una prospettiva che smentisce le indicazioni che erano contenute nei dot plot di settembre.
Le nuove proiezioni, inoltre, lasciano intendere che anche nel 2023 ci possano essere tre rialzi mentre nel 2024 gli aumenti del costo del denaro potrebbero essere 2. Grazie a questi rialzi, i tassi FED alla fine del 2024 dovrebbero essere pari al 2,1 per cento.
Le indicazioni FED sulle tempistiche di rialzo dei tassi possono essere sfruttate per fare trading sia sul Forex che sulle borse (a partire dagli indici Usa). Per operare su mercati così diversi da una sola piattaforma si può prendere in considerazione la possibilità di usare il broker eToro che offre anche la demo gratuita di prova (100 mila euro virtuali subito disponibili).
Secondo Marriner S.Eccles Building, grazie ai progressi nelel vaccinazioni e al sostegno politico gli indicatori dell’attività economica e dell’occupazione Usa si sono rafforzati ma ci sono alcuni settore sensibili che “continuano ad essere colpiti dalla pandemia”. Inoltre lo squilibrio tra la domanda e l’offerta causato dalla pandemia ha causato un incremento dell’inflazione, fermo restando che il percorso dell’economia continua a dipendere dal covid.
In questo contesto, la FED ritiene che i progressi compiuti sul fronte vaccinazioni e l’allentamento dei vincoli all’offerta saranno in grado di sostenere il rafforzamento dell’attività economica, dell’occupazione, e una riduzione dell’inflazione. I rischi ovviamene ci sono e riguardano le nuove varianti del virus.
Come investire dopo le decisioni FED
La borsa di Wall Street ha reagito positivamente alle decisioni della FED. La seduta di ieri di Wall Street si è infatti chiusa con tutti gli indici in rialzo a partire dal Nasdaq. Una reazione inatessa secondo alcuni operatori che, invece, si attendevano un comportamento diverso dal mercato azionario. Cosa è successo?
La spiegazione più plausibile è che il mercato stia festeggiando il solo dato davvero significativo ossia il fatto che, per adesso, non ci sono aumenti dei tassi. Tutto il resto è secondario o comunque poco importante.
Ad ogni modo la reazione inattesa della borsa Usa alle decisioni di politica monetaria della FED dimostra solo che ciò che temono i mercati sono solo le sorprese. Ebbene la FED ieri si è mossa in direzione completamente diversa fornendo delle rassicurazioni.
La chiusura positiva di Tokyo e il rialzo che è in atto sulle borse europee (le quali sono anche alle prese con l’attesa per le decisioni di politica monetaria della BCE, qui le previsioni) confermano che non è ancora tempo per il pessimismo. La strategia da seguire, quindi, resta rialzista.
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