Il sell-off che anche oggi si registra sui mercati finanziari a seguito della guerra in Ucraina, potrebbe spingere gli investitori a compiere scelte dettate dalla paura e non dalla razionalità. Inutile dire che risultato di un approccio simile è la perdita del proprio capitale.

Forse perchè spaventati da quelle che sono le prospettive dei mercati finanziari, tanti lettori chi hanno posto una domanda molto semplice (ma dalla risposta complicatissima): come investire in borsa oggi? 

Considerando il contesto di fondo, non ce la sentiamo di dare preferenze (i mercati che si stanno rafforzando grazie al conflitto in atto sono sotto gli occhi di tutti) ma preferiamo concentrarsi sul metodo da adottare poichè esso è sempre valido a prescindere dalla specificità conflitto.

La cosa da fare prima di investire in borsa in questi giorni è l’analisi dei precedenti storici. Occorre domandarsi come hanno reagito i mercati finanziari in occasione di guerre e crisi geopolitiche prima di posizionarsi sui vari asset. Al tempo stesso è sconsigliabile iniziare subito ad investire con soldi reali. Considerando la precarietà della situazione è preferibile fare prima pratica con una demo gratuita e solo dopo iniziare ad impegnare soldi reali. Il broker eToro, con la sua demo da 100 mila euro virtuali, può essere l’ideale. 

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Cosa succede sui mercati durante le guerre: i precedenti storici

Le guerre sono sempre esistite e i mercati hanno sempre dovuto fare i conti con crisi geopolitiche di tutti i tipi. Come ha insegnato il barone Nathan Rothschild, quando il sangue scorre nelle strade, arriva il momento di comprare.

La massima è durissima, tuttavia essa ben sintetizza quello che avviene sui mercati finanziari nel corso dei conflitti. Nel passato, sia le guerre che le tensioni geopolitiche hanno causato alta volatilità ma anche brusche correzioni di breve termine. Con le guerre è avvenuto di tutto in borsa ma una cosa è certa: dai conflitti non sono mai scaturiti mercati orso.

Fermo restando che ogni conflitto deve essere contestualizzato al periodo storico, è innegabile che la borsa non disdegna la guerra. Nel corso della seconda guerra mondiale l’indice Dow Jones della borsa Usa è cresciuto del 23 per cento. Un caso isolato? Assolutamente no. Ecco cosa è avvenuto nel corso di altri conflitti: 

  • guerra di Corea tra il 1950 e il 1953: Dow Jones a +19,6 per cento
  • guerra del Vietnam: +20 per cento
  • guerre dei Balcani, guerre del Golfo, guerra in Afghanistan (2001) e guerra in Libia (2011): ribassi prima dei conflitti e poi rialzi fino all’8 per cento quando sono iniziate le ostilità

Alla luce di questi precedenti storici, possiamo evidenziare come la volatilità tenda ad aumentare fino a quando non è ancora chiaro se un conflitto ci sarà oppure no, per poi iniziare a calare. Quando la guerra scoppia i rendimenti migliorano perchè l’incertezza sulla possibilità di una escalation senza fine si riduce. Ebbene il fatto che con la guerra in Ucraina il livello di incertezza sia ancora molto alto, è la ragione per cui i mercati finanziari sono in affanno. 

E’ plausibile che la volatilità possa restare molto alta anche nei prossimi giorni. Tutto dipenderà da quello che sarà l’esito delle pressioni diplomatiche e delle durissime sanzioni in atto contro la Russia.

Cautela, quindi, è la parola d’ordine. Chi fosse poco pratico dei mercati può limitarsi ad osservare oppure può copiare le strategie dei traders più bravi usando strumenti come il Copy Trading eToro.  

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Investire in borsa durante la guerra: cosa non fare

Dopo aver visto cosa fare sui mercati durante la geurra, vediamo adesso cosa NON fare. E’ fondamentale non cedere all’emotività e stare alla larga da decisioni affrettate. Mantenere la calma può essere difficile, e per certi versi controproducente, ma senza calma si rischia di andare incontro a pesanti perdinte. A dirlo non siamo noi ma è stato Warren Buffett secondo il quale i mercati finanziari sono uno strumento attraverso il quale avviene un trasferimento di ricchezza da chi è impaziente a chi è paziente. Da segnare in bella vista sulle propria agenda. 

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