Trimestrali banche Usa: ecco le migliori (e le peggiori). Come fare trading online rapidamente

Anche oggi giornata di trimestrali a Wall Street. A tenere banco continuano ad essere i conti dei colossi bancari americani. Dopo la delusione di ieri per gli utile sotto le attese del gifante JP Morgan, oggi tre nuovi appuntamenti hanno intercettato l’attenzione degli investitori.

A pubblicare i risultati del primo trimestre 2022 sono state le tre più importanti banche commerciali americane vale a dire Wells Fargo, PNC Financial e US Bancorp. In questo articolo analizzeremo, nel dettaglio, come sono andate le tre trimestrali raffrontando i risultati messi a segno con quelle che erano le previsioni della vigilia.

Prima di scendere nel dettaglio, ricordiamo ai nostri lettori che conviene sempre tenere d’occhio le quotate alle prese con la pubblicazione dei conti trimestrali poichè i loro prezzi, in scia proprio alal comunicazione dei risultati, possono registrare oscillazioni di prezzo anche significative che, a loro volta, si possono sfruttare per fare trading. Certo per investire sulle trimestrali è necessario avere una certa praticità che può essere assunta usando la demo gratuita di eToro (qui il sito ufficiale).

Trimestrali banche commerciali Usa: ecco come è andata

Contrariamente ad un certo pessimismo iniziale, i risultati messi a segno dalle tre più importanti banche commerciali americane non sono stati affatto negativi. In particolare, Wells Fargo ha mandato in archivio il primo trimestre con utili per azione pari a 88 centesimi (quasi 10 centesimi in più rispetto al consensus); PNC Financial ha registrato utili per azione più alti del 20 per cento mentre US Bancorp ha battuto le attese del 5 per cento.

Considerando i tempi, le performance di EPS delle tre banche commerciali più grandi degli Usa non sono state affatto negative. 

Le note stonate, però, non sono mancate. La stessa Wells Fargo, ad esempio, ha registrato ricavi più bassi delle stime e pari a 17,59 miliardi di dollari. Il dato sul fatturato ha deluso gli anlisti che puntavano su ricavi pari a 17,8 miliardi di dollari. 

Proprio secondo l’amministratore delegato di Wells, Charlie Scharf, la decisione della FED di varare un inasprimento della politica monetaria e ovviamente la guerra in Ucraina, rappresentano fattori di rischio di non poco conto per le prospettive future del business. Il manager ha affermato che gli indicatori interni puntano tutti verso la la forza della posizione finanziaria dei clienti ma la FED ha detto chiaramente che è sua intenzione intervenire per ridurre l’inflazione e questo non potrà non avere un effetto sulla crescita economica determinando un aumento delle perdite su crediti. 

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Le trimestrali delle altre banche Usa

Putroppo quello delle banche commerciali è un caso isolato rispetto al trend generale delle trimestrali delle banche Usa. Sia Morgan Stanley che Goldman Sachs hanno infatti riportato un forte calo dei profitti, riuscendo, però, a fare meno peggio delle stime. 

In particolare, gli utili per azione di Goldman alla fine del primo trimestre 2022 hanno segnato un calo del 43 per cento anno su anno attestandosi a 10,76 dollari. Giù anche i ricavi di GS che sono scesi fino a 12,93 miliardi. Ha invece limitato i danni la rivale Morgan Stanley che ha chiuso il primo trimestre 2022 con un calo degli utili del 7 per cento e una flessione dei ricavi del 6 per cento. Un disastro, invece, i conti di Citigroup che ha registrato un ribasso dell’utile del 44 per cento (ma il dato è stato migliore delle attese). 

Ricordiamo che nella seduta di ieri, il titolo JP Morgan ha chiuso ai minimi da 52 settimane a causa di un tracollo dei profitti netti di ben il 42 per cento su base annua. 

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