Long e Short Trading: azioni Microsoft e Alphabet crollano dopo la trimestrale. E adesso?

Dietro al forte ribasso registrato dall’indice Nasdaq nella seduta di ieri, c’è il crollo dei giganti tech. Sono stati i forti ribassi rimediato da Alphabet (Google) e Microsoft a determinare la caduta del paniere dei titoli tecnologici.

I numeri sono impietosi: al termine di una giornata difficilissima le azioni Microsoft hanno rimediato un calo del 7,72 per cento attestandosi a quota 231 dollari mentre il titolo Alphabet ha preso il 9 per cento a 94,93 dollari. A causa dei crolli di ieri, le performance da inizio anno di entrambe le quotate sono nuovamente peggiorate. Microsoft da gennaio ad oggi ha lasciato sul parterre il 31 per cento valore mentre alla casa madre di Google è andata ancora peggio (-35 per cento la performance da inizio anno).

Rispetto ad un anno fa sia le azioni Microsoft che quelle di Alphabet possono essere comprate a prezzi più bassi (una buona notizia per chi era in attesa dell’assist giusto per entrare sui due titoli). Va comunque tenuto conto che entrambi i titoli, come pure tutte le quotate tech, erano cresciute tantissimo nel corso degli anni del covid19.

Vediamo adesso come sono andate le trimestrali delle due quotate cercando di cogliere quegli elementi che sono sono piaciuti agli investitori.

Trimestrale Alphabet: pesa il rallentamento della pubblicità digitale

La casa-madre di Google ha mandato in archivio il terzo trimestre con ricavi in crescita del 6 per cento a quota 69,1 miliardi di dollari. Un dato positivo che però gli investitori hanno giustamente interpretato in ottica negativa visto che, eccezion fatta per il trimestre coincidente con l’inizio della pandemia di covid, si è trattato del tasso di crescita più lento dal lontano 2013. La delusione è doppia perchè il dato sui ricavi trimestrali è stato inferiore anche a quelle che erano le stime degli analisti (+9 per cento le previsioni).

Altra nota negativa riguarda YouTube. I ricavi della piattaforma video si sono attestati a 7,07 miliardi evidenziando un ribasso del 2 per cento rispetto ai 7,42 miliardi delle attese. Per YouTube si è trattato del primo calo trimestrale del fatturato da quando i ricavi della piattaforma sono stati autonomizzati da quelli di Google.

A bilanciare (parzialmente) la delusione per la performance di Youtube sono stati i ricavi trimestrali di Google Cloud che si sono attestati a pari a 6,9 miliardi contro i 6,69 miliardi previsti dagli analisti. In aumento del 38 per cento le entrate del settore ma la divisione ha dovuto comunque fare i conti con una perdita di 699 milioni di dollari che si raffronta con il rosso di 644 milioni di dollari dell’anno precedente.

Altra nota negativa è arrivata dall’utile diluito per azione che alla fine del terzo trimestre 2022 era pari a 1,06 dollari contro 1,40 dollari di un anno fa. Il dato ha completamente mancato le attese degli analisti che puntavano su un utile per azione diluito pari a 1,25 dollari.

In generale la trimestrale di Google sembrerebbe essere stata penalizzata dalla flessione della pubblicità digitale e dal rallentamento inatteso del core business societario degli annunci di ricerca. Questi fattori gettano un’ipoteca anche su quello che può essere il futuro di Google. Minori investimenti nella pubblicità da parte degli inserzionisti sono il segnale di una crescente percezione del rischio recessione in Usa. Il giro d’affari di Google potrebbe quindi risentirne anche nei prossimi mesi.

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Trimestrale Microsoft: cloud delude le attese

Anche tra gli azionisti di Microsoft c’è stata molta delusione per i conti trimestrali societari. Il colosso del web ha chiuso il trimestre con un utile di 2,35 dollari per azione e con ricavi pari a 50,12 miliardi di dollari. Entrambe le voci sono risultate migliori delle stime della vigilia. Le previsioni, infatti, puntavano su utile per azione pari a 2,3 dollari e su ricavi per complessivi 49,61 miliardi di dollari.

Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, i ricavi hanno evidenziato una crescita dell’11 per cento mentre l’utile netto ha registrato una flessione del 14 per cento scendendo a 17,56 miliardi di dollari. Scendendo nel conto economico, il margine lordo di Microsoft si è fermato a 69,2 per cento contro il 69,8 per cento delle attese.

Come si può intuire da questi numeri, i conti di Microsoft del terzo trimestre 2022 sembrerebbero avere tenuto e allora come si spiega la reazione così negativa degli investitori? Molto probabilmente a deludere è stato il rallentamento evidenziato dall’attività di cloud computing. Il segmento che comprese Azure, Windows Server, Sql Server, Nuance e Enterprise Services ha generato ricavi per 20,33 miliardi di dollari, in rialzo del 20 per cento anno su anno ma leggermente sotto le stime di consensus che prevedevano un dato pari a 20,36 miliardi. Il mancato rispetto delle stime potrebbe essere imputato alla performance sottotono di Azure i cui ricavi sono cresciuti del 35 per cento, sotto le attese che invece puntavano su una progressione del 36,4 per cento.

Sia pure per ambiti diversi, anche per Microsoft vale lo stesso ragionamento che abbiamo fatto in precedenza per Alphabet. Le incertezze del cloud computing preoccupano in quanto percepite come avvisaglie di possibile recessione.

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