E se l’Italia fallisse? Ecco cosa rischia di succedere ai conti correnti degli Italiani

Due o tre mesi fa non avremmo mai immaginato di ritrovarci in questa situazione. Catapultati all’improvviso in una pandemia globale, senza sapere quando ci sarà permesso tornare al lavoro, o anche solo uscire di casa. Eppure eccoci qua, a vivere una situazione di emergenza, sanitaria ed economica, cui dopo quasi due mesi abbiamo ancora difficoltà a credere.

Ed ecco che affiorano le paure e gli interrogativi: e se in un domani nemmeno tanto lontano le cose andassero ancora peggio? Se i piani per la ripartenza economica del Paese, peraltro ancora non definiti, dovessero rivelarsi inefficaci e l’Italia alla fine fallisse?

È una prospettiva alla quale preferiremmo non pensare affatto. Sembra quasi impossibile che succeda, ma se a fine 2019 ci avessero detto che una pandemia globale avrebbe bloccato il Paese per due mesi e forse più, compromettendo gravemente l’economia, ci avremmo forse creduto?

Ed ecco che porsi alcune domande, per quanto le risposte possano essere spiacevoli, e per quanto gli scenari che ipotizziamo ci sembrino irreali, inizia ad apparire se non doveroso, quantomeno prudente.

Perchè se è vero che lo scenario fallimento è remoto, è comunque vero che conoscere quello che potrebbe avvenire diventa essenziale per capire come indirizzare i propri investimenti in questa fase. Come si può leggere di seguito, in un momento simile, più che impegnarsi con azioni o bond serve avere le mani libere. 

Lasciare i soldi sul conto corrente in attesa di scenari indecifrabili ha senso solo se il capitale di cui si ha disposizione è basso. Se invece sul conto ci sono molti soldi, allora si può pensare di cavalcare la situazione attuale investendo con strumenti di tipo derivato come i Contratti Per Differenza. 

Attraverso il CFD Trading è possibile fare specupazione sulle azioni ma anche su asset rifugio come ad esempio l’oro o le criptovalute. Tutto questo senza mai comprare fisicamente alcuno di questi asset. 

Gli investitori che hanno a disposizione capitale non lasciano tutti i soldi sul conto usano strumenti come i CFD per investire. 

Poichè fare trading non è un gioco, consigliamo di leggere la nostra guida operativa su come diventare trader.

Inoltre prima di investire con denaro reale consigliamo di fare pratica con un conto demo ossia un conto virtuale che permette di imparare ad investire senza correre il rischio di perdere soldi reali

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Cosa succede ai conti correnti se l’Italia fallisce?

Partiamo dal presupposto che se l’Italia dovesse fallire, si avrebbero ripercussioni gravi su tutta una serie di aspetti, ma in particolare vogliamo concentrarci su quello dei conti correnti, insomma, che fine farebbero i risparmi che gli Italiani tengono in banca?

Per farla molto breve possiamo dire che se la liquidità che abbiamo sul conto corrente non supera i 100 mila euro, dovremmo essere in grado di recuperare il denaro. Ma se invece i soldi che abbiamo ‘messo in banca’ sono investiti in azioni di quella stessa banca, la situazione cambia, e rischiamo di perdere tutto quanto.

Ed eccoci qua, a cercare di capire cosa succederebbe se l’Italia fallisse. Come accennato le ripercussioni toccherebbero vari aspetti, ma una cosa è certa: ci sarebbe una corsa a ritirare i soldi dalla banca.

Abbiamo anche accennato al fatto che fino a 100 mila euro di risparmi sul conto corrente siamo coperti. In questo caso infatti la banca, dopo aver pagato il fisco e gli stipendi provvederebbe a pagare i correntisti, e se i soldi non dovessero bastare, al risparmiatore la parte restante arriverebbe dal Fondo di Garanzia, che copre appunto fino a 100.000 euro a correntista.

Molto dipende da quanti soldi ci sono in cassa, per quel che riguarda i risparmi che speriamo di recuperare, ma in ogni caso dobbiamo ricordare che i soldi non sono prestati alla banca, ma affidati in custodia, il che vuol dire che sia del denaro che dei titoli continuiamo a conservare la proprietà.

Se si tratta di contanti, di oro o gioielli, quelli restano nella cassetta di sicurezza e nessuno ad eccezione del legittimo proprietario, può mettervi mano. Sono impignorabili anche i titoli che abbiamo sul nostro conto, ma potrebbero esserci dei problemi tecnici, fallita la banca, ad accedere alla cassetta di sicurezza o al conto titoli.

Potrebbero verificarsi pesanti disservizi, magari per via di scioperi o altre iniziative simili, potrebbe essere difficile ricevere assistenza, o accedere all’home banking, ma alla fine dovremmo essere in grado di recuperare tutto quanto.

I titoli più sicuri in caso di fallimento della nostra banca sono:

  • bond di altre banche
  • titoli di Stato
  • quote dei fondi pensione
  • fondi comuni
  • polizze assicurative
  • obbligazioni societarie
  • azioni (purché non siano della banca che sta fallendo)
  • ETF
  • azioni di Sicav

Fuori da questo elenco si collocano i Contratti per Differenza cui abbiamo accennato nella prima parte di questo articolo. Scegliendo di investire sui mercati attraverso i CFD correrai solo ed esclusivamente classico che questa forma di investimento di tipo derivato impone e nulla di più. Attraverso i CFD, infatti, non diventi nè azionista e nè obbligazionista. E’ per questo motivo che anche in una fase delicata come quella attuale, molti investitori continuano a fare CFD Trading.

Se vuoi unirti a loro puoi provare il broker Plus500 (leggi qui la recensione) che ti offre il conto demo gratuito. Visto che stiamo parlando di azioni, puoi testare il CFD Azioni usando il link in basso. 

Ma se siamo azionisti della banca? Qui le cose rischiano di complicarsi. Non possiamo dimenticare quello che è successo agli azionisti di Banca Etruria, o della Banca Popolare di Vicenza, o di altri istituti di credito che negli ultimi anni hanno chiuso i battenti.

Quando la banca fallisce, parte la procedura della liquidazione amministrativa, che prevede tra le altre cose il processo di vendita, o svendita, dei suoi beni. I conti della banca vengono aperti e si mette in vendita tutto quanto. Poi coi proventi della vendita si pagano i creditori.

Con quello che rimane dopo aver pagato i creditori si inizia con gli azionisti, ma le probabilità di recuperare qualcosa sono basse. Il fatto è che essere in possesso di azioni di una banca nel momento in cui la banca fallisce, non è esattamente la migliore delle situazioni in cui ci si possa trovare.

Quando si tratta di una banca quotata, la vendita avviene attraverso la Borsa, e in quel caso si devono accettare anche pesanti perdite, ma quando si tratta di una banca non quotata è persino peggio, e liquidare le azioni rischia di diventare molto più complicato.

Infine, se si possiedono delle obbligazioni della banca che fallisce, anche se non ci si trova in cima alla lista di coloro che vengono pagati, qualche speranza in più la si ha. Per primi vengono pagati i titolari di obbligazioni senior, poi tocca alle obbligazioni junior, dette anche subordinate. Ciò dipende anche dal fatto che prima che saltasse tutto per aria con le azioni junior si incassavano maggiori interessi a fronte di un maggior rischio.

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