In zona gialla con il 5% di saturazione delle terapie intensive? Ora si parla del 15%, e 20% nei reparti ordinari

Sarà tra oggi e domani che il governo guidato da Mario Draghi dovrebbe arrivare a definire i nuovi criteri sulla base dei quali saranno stabiliti i colori delle Regioni nei prossimi mesi. Nelle ultime ore a tal proposito si è parlato soprattutto di quali saranno le soglie che determineranno il passaggio dalla zona Bianca alla zona Gialla, e queste dovrebbero riguardare in particolare il livello di saturazione delle terapie intensive.

Il punto di riferimento per stabilire quanto è elevato il rischio legato alla diffusione del Covid-19 in una determinata Regione sarà infatti il numero di posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva, ad ulteriore dimostrazione del fatto che il nodo dell’intera questione indicato è sempre lo stesso.

La soglia limite non sarà del 5 ma del 15%

Non vi è ancora nessun dato definitivo in merito a quali saranno le soglie che l’esecutivo fisserà per il passaggio dalla zona Bianca alla zona Gialla. Tant’è che solo qualche ora addietro si parlava del 5%, una soglia estremamente bassa poi rimpiazzata, almeno nelle ipotesi, da un più ragionevole 15%.

Il criterio di fondo sembra essere l’unico dato certo: a determinare il passaggio di una Regione in una fascia di rischio con misure anti-contagio maggiormente stringenti non sarà il numero dei casi positivi, bensì quello dei ricoveri.

Si conta sul fatto che grazie al vaccino a parità di numero di persone positive al Sars-nCoV-2 vi sarà un numero di persone affette dalla forma grave della malattia nettamente inferiore. Una proporzione insomma completamente diversa da quella cui eravamo abituati prima della diffusione del vaccino, che impone di cambiare le ‘regole del gioco’.

I governatori per primi chiedono quindi i tener conto non del numero di nuovi casi, ma del numero di ricoveri causati dal Covid-19. Da qui l’idea di far passare in zona Gialla le Regioni con un tasso di occupazione dei posti Covid nelle terapie intensive superiore al 5%, e superiore al 10% nei reparti ordinari. Percentuali che però sono già state riviste nel corso della giornata e proposte rispettivamente a 15 e 20%.

Si tratta ancora solo di una ipotesi, emersa nelle scorse ore nel corso della riunione del gruppo di lavoro di tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità, del ministero della Salute e degli assessori regionali sulla definizione dei parametri che determineranno il livello delle restrizioni da imporre per ciascuna Regione.

Il dibattito politico che si sta svolgendo in queste ore con la conferenza delle Regioni proseguirà anche domani. Nel frattempo il vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha confermato “la richiesta di un aumento rispetto a quello che è stato previsto fino ad adesso in cabina di regia per modificare i parametri da zona a zona”.

“La richiesta sarà quella di alzare il tetto delle terapie intensive al 15% e quello dei ricoveri al 20%” per il passaggio in zona gialla “che peraltro è la metà di quello che era previsto fin ora” ha aggiunto la Moratti.

Quali Regioni rischiano di passare in zona gialla?

Se in questo momento i dati ufficiali sul livello di saturazione degli ospedali indicano chiaramente che nessuna Regione corre concretamente questo rischio, è anche vero che nel periodo estivo persino un anno fa i ricoveri erano estremamente bassi, paradossalmente persino più bassi di quelli che si registrano ora che circa il 50% dei cittadini italiani ha ricevuto la somministrazione del vaccino.

Alcune Regioni tuttavia non sono così lontane dalle soglie inizialmente fissate, il che significa che con l’arrivo dell’autunno queste sarebbero state inevitabilmente raggiunte e ampiamente superate.

È il caso della Toscana, che in base alle ultime rilevazioni dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali) ha un tasso di occupazione delle terapie intensive che ha già raggiunto il 4%, mentre nelle aree mediche si attesta intorno al 2%. Il Lazio se la cava meglio ma non così tanto, visto che in questo caso si parla rispettivamente del 3% e del 2%.

In Sicilia siamo al 3% per le terapie intensive e al 5% per i reparti ordinari, in Calabria 3% e 6%, in Campania 2% e 5%. Le altre Regioni invece se la passano tutto sommato abbastanza meglio, in quanto la situazione dipende prima di tutto dal totale dei posti letto disponibili per numero di abitanti.

Tuttavia della necessità di spingere con forza sul potenziamento del sistema sanitario e sull’aumento dei posti letto si continua a parlare troppo poco. Sembra che per evitare il sovraccarico delle terapie intensive si debba necessariamente intervenire (con vaccini e, se non bastano, con misure restrittive) riducendo il numero dei pazienti e non aumentando il numero dei letti.

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