Test salivare invece del tampone, costa meno ed è più affidabile ma anche se negativo niente Green Pass

Anche i tamponi salivari permettono di rilevare la presenza del Sars-CoV-2, e sono persino più affidabili dei tamponi rapidi e molecolari secondo quanto rivelato da uno studio pubblicato su Nature, tuttavia per ottenere il famigerato Green Pass in Italia non sono ritenuti validi.

Nonostante i vaccini una situazione in bilico

Facciamo però qualche passo indietro per inquadrare meglio la situazione nel suo insieme. In Italia nonostante un 60% di popolazione completamente vaccinato la diffusione del virus è tutt’altro che sotto controllo, infatti sia il numero dei ricoveri nei reparti ordinari che nei reparti di terapia intensiva, e persino il numero di decessi Covid è quadruplicato o persino quintuplicato rispetto allo stesso periodo del 2020.

Colpa della variante Delta direbbe qualcuno, che a sua volta, stando a quanto spiegato persino da alcuni dei virologi che compaiono sempre nelle varie trasmissioni televisive, dipende dal vaccino in quanto la variante nasce da un ‘tentativo’ del virus di aggirare la protezione che il farmaco offre.

Insomma tanto in Italia quanto negli altri Paesi che sono più avanti con la campagna vaccinale i risultati continuano a non arrivare. Tant’è che ormai è stato apertamente ammesso che con le vaccinazioni non sarà possibile raggiungere alcuna immunità di gregge.

Il piano dell’esecutio tuttavia resta quello di puntare tutto sui vaccini, aumentare il numero dei vaccinati estendendo obbligo del Green Pass ed introducendo l’obbligo vaccinale per fasce di età e/o per ulteriori categorie di lavoratori.

I test salivari “più sensibili del tampone naso-faringeo”

Chi non intende ricevere il vaccino può ancora ottenere il Green Pass facendo un tampone il cui esito deve naturalmente essere negativo. La durata della validità del pass in questo caso sarà di sole 48 ore, ma rappresenta l’unica alternativa al vaccino che permette di avere il lasciapassare una volta esclusa la guarigione dalla malattia che naturalmente non può essere considerata una opzione da scegliere.

I tamponi però non sono una prosepttiva allettante sotto diversi aspetti: prima di tutto la questione meramente economica, visto che un tampone costa tra i 15 e i 20 euro, ammesso che chi lo fornisce abbia accettato di offrirlo al prezzo calmierato.

Poi c’è un altro aspetto tutt’altro che secondario, il tampone è un test alquanto invasivo al quale non tutti si sottopongono volentieri. Stiamo parlando di un test abbastanza invasivo che se non eseguito correttamente può essere particolarmente fastidioso, e persino causare dei danni interni, seppur ciò non sia accaduto se non in casi estremamente rari.

Eppure ci sono delle valide alternative al classico tampone nasale, orofaringeo o nasofaringeo, si tratta dei tamponi salivari Lollipop (lecca-lecca) generalmente utilizzati per i bambini in particolare.

Si tratta di test assolutamente affidabili in ogni caso, come dimostra uno studio pubblicato su Nature dove leggiamo che “il test salivare, negletto, dai più considerato un ‘meglio che niente’ si rivela a sorpresa non solo più facile e meno invasivo ma – ed è questa la novità – più sensibile del tampone naso-faringeo. Soprattutto nei soggetti asintomatici e in chi ha una forma lieve di Covid-19″.

Stiamo parlando di test che non solo sono più efficaci e meno invasivi, come viene sottolineato anche dal sito Orizzontescuola.it, ma persino più economici. Insomma il fatto che “i tamponi salivari non spaventano i bambini” non è certo l’unico motivo per cui si tratta di una opzione più che valida.

Perché non si può ottenere il Green Pass con il test salivare

Il tampone salivare Lollipop funziona in modo molto semplice. Si tratta di una specie di Lecca-Lecca che si inserisce all’interno della bocca per una decina di secondi, poi viene tirato fuori ed inserito nell’apposito astuccio dove una piastrina di reazione svolgerà il suo lavoro indicando l’esito del test.

Si tratta di un sistema certificato CE e regolarmente registrato sul portale dei dispositivi medico diagnostici del Ministero della Salute, ma allora perché l’esito non permette di ottenere il Green Pass? È chiaro che il test andrebbe in ogni caso svolto alla presenza di un operatore sanitario che certifichi il corretto svolgimento di ogni passaggio e l’identità di chi si sottopone al test, ma a quanto pare non è questo il punto.

Il test salivare tipo Lollipop infatti non viene ritenuto affidabile dallo Stato. Tra i test validi per ottenere il Green Pass infatti non sono presenti quelli salivari, ma come spiegato nella pagina delle Faq sulla piattaforma nazionale – DGC, troviamo “il test molecolare e il test antigenico, entrambi effettuati mediante tamponi nasali, orofaringei o nasofaringei che permettono di evidenziare in 30-60 minuti la presenza di componenti del virus”.

Come mai il test salivare non sia incluso tra quelli ritenuti validi visto che la sua affidabilità sembra essere scientificamente dimostrata non è dato saperlo. Quel che sappiamo però è che i tamponi costano ovunque tra i 15 e i 20 euro, se non altro nel caso delle farmacie che hanno aderito al prezzo calmierato, invece i tamponi salivari costerebbero intorno ai 3 euro.

Il test salivare insomma risulterebbe una soluzione troppo comoda e a buon mercato per ottenere Green Pass in qualsiasi occasione in cui se ne abbia bisogno, e questo naturalmente faciliterebbe la vita di chi non intende ricevere il vaccino, cosa che evidentemente questo esecutivo non intende permettere.

Infatti una delle proposte che sono state avanzate in questi giorni è proprio quella di riconoscere il Green pass ai soli vaccinati e ai guariti, ma non a chi effettua un tampone con esito negativo. Le strade per il Green Pass si ridurrebbero a due, o meglio ad una sola: il vaccino.

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