Sembra incredibile che appena due anni fa il prezzo della benzina era sceso a poco più di un euro al litro, mentre ora ha abbondantemente superato i 2 euro. Il nuovo record registrato in Italia è quello di 2,3 euro al litro al self-service, ma quel che preoccupa maggiormente è il fatto che un simile picco si sia registrato nel giro di una manciata di giorni.

Qual è il prezzo medio dei carburanti in Italia

Le quotazioni dei prodotti petroliferi nel Mediterraneo sono in forte rialzo e questa è la settima settimana consecutiva, con il risultato che le compagnie hanno adeguato i prezzi ed eccoci ad osservare sbigottiti i cartelli dei distributori che riportano aumenti stratosferici.

Non solo la benzina ma anche il diesel e il metano hanno subito un’impennata dei prezzi assurda. Il diesel, anche in modalità self-service costa oltre 2 euro al litro, e spesso supera la benzina, infatti è proprio il diesel ad aver registrato i rincari più forti.

Di fronte ad una situazione del genere molti cittadini italiani non hanno alternativa, ma chi vive vicino al confine non esita a fare qualche chilometro in più per fare il pieno altrove, dove nonostante il prezzo del petrolio al barile sia sempre quello, fare benzina costa molto meno.

Quanto costa il carburante oltre confine?

Il risultato è che nel fine settimana si sono formate lunghe code di auto verso le frontiere che separano l’Italia da Paesi in cui il prezzo della benzina non ci è nemmeno vicino ai 2 euro al litro. L’esempio più lampante di questa situazione arriva dal Friuli Venezia Giulia, dove un gestore lamenta che “il divario con la vicina Slovenia aumenta, giorno dopo giorno”.

Manuel Rizzi, gestore di un impianto di carburante in provincia di Gorizia, ed ex rappresentante FAIB Confesercenti FVG, spiega: “ora si parla di aumenti giornalieri di circa 0,05 centesimi di euro al litro. Qualcuno direbbe che esiste la tessera regionale che compensa queste differenze, ma tale affermazione è totalmente sbagliata. Sono mesi se non anni che diciamo alla Regione di modificare la legge che in determinate situazioni come questa creano un divario altissimo”.

Ma quanto costa il carburante fuori dall’Italia? Molto meno se prendiamo l’esempio della Slovenia, circa 1,5 euro al litro per la benzina.

Il prezzo del diesel supera quello della benzina

Se il prezzo della benzina ha subito un aumento impressionante, quello del diesel ha fatto di peggio, infatti oggi il diesel costa in molti punti vendita persino più della benzina. Ma cominciamo dall’inizio.

Nel momento in cui Stati Uniti e Gran Bretagna hanno annunciato l’embargo sui prodotti energetici provenienti dalla Russia, le quotazioni dei mercati petroliferi sono salite alle stelle. Il Brent ha raggiunto i 130 dollari, e le quotazioni del gasolio sono completamente fuori controllo, con un improvviso balzo di dieci centesimi al litro.

In molte stazioni di servizio infatti il gasolio costa più della benzina, nonostante sul prezzo finale le accise siano più basse. Per la benzina infatti sono di 0,728 euro al litro, mentre per il gasolio si attestano su 0,617.

Stando a quanto riporta la consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, nella mattinata di ieri Eni ha aumentato di 14 centesimi al litro la benzina, e di 24 centesimi al litro il prezzo del gasolio, IP +15 centesimi al litro per la benzina, +17 gasolio, Q8 +9 centesimi e +16, Tamoil +7 e +13.

Quali sono le accise sul prezzo dei carburanti in Italia e quanto pesano

Se fare rifornimento di carburante in Italia costa così tanto, mentre basta arrivare a pochi passi dal confine per spendere circa un euro in meno, il merito è tutto delle accise. Si tratta di imposte e balzelli introdotti nel corso degli anni per le esigenze del momento, ma poi mai rimossi anche quando le ragioni sono venute meno.

Attualmente in Italia il consumatore paga almeno 19 diverse accise tutte le volte che fa rifornimento di diesel o benzina, per un importo complessivo di 41 centesimi al litro ai quali si vanno ad aggiungere le imposte di fabbricazione sui carburanti, che portano il totale a 0,7284 euro al litro per la benzina e a 0,6174 euro al litro per il diesel.

Di seguito pubblichiamo l’elenco di tutte le accise sui carburanti, ma precisiamo che si tratta di una lista del tutto indicativa, in quanto a partire dal 1995 l’imposta sul carburante è definita in modo unitario e il gettito che ne deriva non finanzia le casse statali in specifiche attività ma nel loro complesso, con una sola aliquota che non distingue tra le diverse componenti.

  • Guerra in Etiopia del 1935-1938: 1,90 lire (0,000981 euro)
  • Crisi del Canale di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro)
  • Ricostruzione dopo il disastro del Vajont: 10 lire (0,00516 euro)
  • Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro)
  • Ricostruzione dopo il terremoto di Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro)
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 75 lire (0,0387 euro)
  • Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro)
  • Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,114 euro)
  • Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro
  • Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro
  • Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro
  • Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro
  • Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro
  • Emergenza alluvione Liguria e Toscana del 2012: 0,0089 euro
  • Decreto ‘Salva Italia’ del governo Monti del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel)
  • Emergenza Terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro
  • Finanziamento del ‘bonus Gestori e riduzione tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro
  • Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.

Caro carburanti: le pesanti responsabiltà della politica

Era una delle promesse elettorali di Matteo Salvini, quella di cancellare le accise sui carburanti, promessa che è stata anche ribadita dopo la nascita del primo governo Conte la cui maggioranza era composta appunto da Movimento 5 Stelle e Lega.

Era il 2018, e Salvini in qualità di vice primo ministro assicurò che il provvedimento sarebbe arrivato con il primo Consiglio dei Ministri. La cancellazione delle accise, che avrebbe portato ad una drastica riduzione del costo dei carburanti, non c’è mai stata.

Le colpe di una simile situazione d’altra parte non possono che essere addebitate alla gestione politica dell’attuale classe dirigente, che sta commettendo una lunga serie di errori le cui conseguenze ricadono inievitabilmente sui cittadini.

La crescita del prezzo della benzina è del tutto insostenibile per famiglie, imprese e lavoratori italiani, e in questo particolare contesto diventa l’ennesimo fattore che contribuisce a portare al collasso l’intero tessuto economico-sociale.

Una situazione economica drammatica che dipende da una lunga serie di fattori, a cominciare da una tassazione fuori misura, per non parlare del danno causato dalle misure restrittive imposte in chiave anti-Covid, con Green Pass, obblighi vaccinali, e limitazioni varie, che continuano a frenare l’economia ancora oggi.

E a tutto questo si aggiunge la crisi ucraina, che con l’atteggiamento ostile alla Russia assunto da Paesi occidentali tra cui orgogliosamente si colloca l’Italia, sta facendo sprofondare il Paese nel baratro.

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