
Apertura drammatica per le azioni Banco BPM nella seduta di borsa di oggi. La quotata di Piazza Meda fin dal primo minuto di scambi è stata letteralmente travolta dalle vendite arrivando a perdere, nel giro di un quarto d’ora, circa il 4,5 per cento. Il passivo vale il poco invidiabile primato di titolo peggiore della seduta in un contesto in cui il Ftse Mib, nel suo insieme, cede lo 0,8 per cento. Il crollo delle azioni Banco BPM che si sta profilando nella seduta di metà settimana è talmente ampio da quasi annullare il verde presente fino a ieri sulla performance mensile della quotata. Rispetto a un mese fa, infatti, ora i prezzi di Banco BPM sono invariati anche se andrebbe sempre tenuto in considerazione che stiamo parlando di una quotata comunque apprezzata del 51 per cento rispetto a un anno fa.
Questa situazione potrebbe suonare un campanello di interesse nella testa dei trader soliti a comprare sui ribassi. In effetti un calo così ampio come quello evidenziato da Banco BPM nelle primissime battute della seduta di borsa può essere un invito a entrare sul titolo. Ora anche con il trading nazionale del broker eToro che ha portato all’eliminazione dei costi di conversione valutaria.
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Crollo azioni Banco BPM: dietro c’è il ritiro dell’OPS di Unicredit
Inutile girarci attorno: le azioni Banco BPM stanno crollando a causa del ritiro dell’OPS di Unicredit. Il venir meno dell’offerta di Piazza Gae Aulenti, almeno in questa fase, significa perdita di visibilità per la quotata di Piazza Meda. Tenendo conto che non c’è una proposta alternativa a quella di Orcel (i francesi di Credit Agricole hanno detto chiaro e tondo che non intendono salire al livello OPA nel capitale di Banco BPM) si torna praticamente alla situazione di mesi fa: ci saranno tantissime indiscrezioni di stampa sul futuro del risiko bancario italiano (e di Banco BPM) ma niente di concreto.
Ma facciamo ordine su quello che è accaduto nell’ultime ore. Oggi sarebbe stato il termine per aderire all’OPS di Unicredit. Ieri pomeriggio la Consob aveva accordato una sospensione di 30 giorni a seguito della sentenza del TAR sull’utilizzo del golden power da parte del governo. In pratica l’OPS sarebbe nuovamente finita in stand-by per poi riprendere. Unicredit ieri sera ha però stoppato tutto ritirando la sua offerta su Banco BPM. Secondo Piazza Gae Aulenti la condizione relativa all’autorizzazione golden power non viene soddisfatta e da qui lo stop. Secondo l’istituto di Orcel, tutto il processo di offerta fin qui eseguito (con risultati in termini di adesioni a dir poco contenute) è stato condizionato dalla clausola di golden power che fin da subito i vertici di Piazza Meda avevano invocato.
Di conseguenza pur riconoscendo i passi in avanti fatti grazie alla sentenza del TAR ma anche grazie alla DG Comp dell’Unione Europea e allo stesso Governo italiano, Unicredit ha ritenuto che i tempi per risolvere in modo definitivo la questione della golden power sarebbero andati molto oltre la stessa sospensione decisa da Consob. Nell’interesse di tutte la parti, la decisione di ritirare l’offerta.
Cosa fare adesso con le azioni Banco BPM?
Negli ultimi mesi il prezzo delle azioni Banco BPM è cresciuto tantissimo beneficiando proprio dell’OPS di Unicredit. In particolare la prospettiva che Piazza Gae Aulenti potesse migliorare la sua proposta o che ci potesse essere una soluzione alternativa che andasse a scalvare quella di Unicredit, hanno spinto il vento della speculazione. Non solo ma proprio il dossier OPS su Banco BPM era diventato uno dei capisaldi del più ampio risiko del settore bancario italiano. Fin da subito, però, è apparso evidente che non solo Piazza Meda era ferocemente contraria ma che non ci sarebbe stato alcun appoggio da parte dell’esecutivo. E infatti le adesioni sono rimaste sempre basse essendoci la spada di Damocle del golden power.
Il ritiro definitivo dell’OPS significa che Banco BPM resta indipendente ma tutto questo ha anche una contropartita: la perdita totale di visibilità. Il grande catalizzatore rappresentato dall’OPS scompare e a questo punto l’attenzione si sposta sui conti del primo semestre 2025.
L’overweight di recente confermato dagli analisti di Barclays con target price a 11,1 euro (molto sopra le quotazioni attuali) potrebbe a questo punto essere troppo ambizioso.
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