I pur positivi dati 2019 sul fronte del risparmio gestito non possono che confermare una certezza: i prodotti forniti dai gestori nazionali costano molto di più rispetto a quelli europei e, per giunta, offrono dei rendimenti spesso inferiori rispetto ai concorrenti del resto del vecchio Continente.

Ad affermarlo è il centro studi di Tosetti Value, che ha passato in rassegna tutti i prodotti distribuiti in almeno un Paese europeo, arrivando a una conclusione non certo esaltante.

Per esempio, prendendo come riferimento il 2018, anno certamente negativo per i fondi, i calcoli di Tosetti Value hanno registrato prestazioni medie ponderate negative per il – 5,6% in riferimento ai Top 30 per masse gestite a livello europeo, e del – 6,1% per quanto invece concerne la Top 10 italiana. In questo caso, i dati sembrano essere piuttosto vicini, anche perché i portafogli italiani risultano essere meno concentrati sulla parte azionaria (16,7% vs 37,9%), quella che ha accusato di più il colpo.

Ma passiamo al 2019. Qui, in un contesto di ripresa, la differenza si fa ben marcata. A livello europeo, infatti, i guadagni sono stati pari al 16%, mentre in Italia ci si è fermati al 9,2%. Sul fronte commissioni, quelle delle società italiane sono state l’1,45% nel 2018 e l’1,43% nel 2019, mentre sono state pari all’1,05% e all’1,01% quelle europee.

Non solo. Tosetti Value si spinge ancora oltre, e ipotizza che fine avrebbero fatto 100 euro investiti all’inizio del 2018 in ciascuna delle società di gestione italiane. Ebbene, il risultato è che sarebbero diventate 100,5 euro alla fine dell’anno scorso nell’ipotesi peggiore, e 104,2 euro nell’ipotesi migliore. Un montante che risulta essere inferiore a quello ottenibile investendo con i gestori esteri, che invece si collocano in una forbice tra i 105,3 euro e i 115,7 euro.

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