Nelle ultime ore SPDR ETFs (gruppo State Street Global Advisors) ha pubblicato un interessante focus sul tema dei rendimenti obbligazionari e, in particolar modo, sulla necessità di ricercarli nel segmento high yield.

Abbiamo cercato di rielaborare di seguito i principali spunti contenuti nella nota, a beneficio dei nostri lettori.

Lo scenario attuale

Cominciamo da uno sguardo allo scenario attuale, con il mercato azionario che si trova a un livello non lontano dai massimi e con i rendimenti dei Treasury statunitensi vicini ai minimi storici. I mercati finanziari sono abbondantemente timorosi sugli effetti del coronavirus, cercando di stimare con attendibilità quali saranno gli impatti sulla crescita economica globale. In tale scenario, gli operatori di mercato fanno anche i conti con le politiche monetarie delle banche centrali, che rimangono in una fase spiccatamente easing.

Ebbene, in questo comparto – sottolinea il dossier degli analisti – un modo per limitare l’esposizione alle grandi oscillazioni della propensione al rischio è quello di concentrarsi sul reddito. E, in particolar modo, cercare di attingere ai benefici delle obbligazioni high yield (non investment grade). Ma perché?

Protezione offerta dalle cedole

Una prima motivazione è determinata dal meccanismo della c.d. “coupon protection”. Una cedola elevata, quale quella tipicamente offerta dalle obbligazioni, significa che gli investitori saranno meno dipendenti dai movimenti dell’attività sottostante per generare rendimenti.

Ripresa della crescita

Le obbligazioni high yield presentano una maggiore correlazione all’azionario rispetto ai titoli di Stato. Questo significa che l’high yield si colloca esattamente nella classe delle attività di rischio e che una ripresa della crescita economica potrebbe dare una mano e, in misura più tecnica, che l’asset class degli high yield è piuttosto appetibile in chiave difensiva, se c’è una ripresa economica a V e i rendimenti obbligazionari iniziano a salire.

Nessun timore in caso di rallentamento

Infine, il dossier sottolinea come un eventuale rallentamento della crescita non sarebbe pregiudizievole per gli high yield, a patto che non si verifichi una recessione. Di fatti, nell’ipotesi di crescita economica più debole, quale quella che potrebbe essere sempre più prossima, le obbligazioni dovrebbero essere in qualche modo “protette” alla luce delle aspettative che i tassi d’interesse resteranno bassi per un periodo prolungato.

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